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6 giugno 2018

News Calabria

A Catanzaro la mostra fotografico-documentale sulle fattezze fisiche di Sant’Antonio da Padova


Nell’ambito delle diverse attività ed incontri previsti dal programma per la realizzazione dell’itinerario spirituale durante la Tredicina di Sant’Antonio da Padova è stata allestita nella chiesa dei Frati Minori Cappuccini del Monte dei Morti e della Misericordia di Catanzaro una mostra fotografico-documentale sul Santo.

Nello specifico trattasi di una documentazione storica sulle fattezze fisiche di Sant’Antonio, visto con occhi calabresi, attraverso le testimonianze artistiche di opere poco note e di non sempre agevole catalogazione. Tra esse il dipinto seicentesco di Giacomo Stefanoni ed una preziosa tela del convento dei Cappuccini di Lamezia Terme.

Nel libretto guida alla mostra, distribuito gratuitamente ai visitatori, sono riportati, con dovizia di annotazioni storiche, riproduzioni di tele, quadri, pale di altari di antichi luoghi sacri e simulacri lignei riproducenti i diversi aspetti del grande Taumaturgo: dal fraticello quasi adolescente, come nei simulacri di Petrizzi e Badolato Superiore, al Frate maturo del polittico di Vivarini di Morano Calabro.

Non manca una delle più antiche rappresentazioni del Santo in Calabria: l’affresco custodito nella chiesa della Riforma di San Marco Argentano, che si vuol far risalire al 1200.

Tra quelle riprodotte vi sono anche due interessanti opere lametine, di gran pregio, custodite all’interno della Chiesa-Convento di Sant’Antonio. La prima è il dipinto realizzato dal pittore ispirato Giacomo Stefanoni nel 1644, dove il Santo è ritratto con l’abito francescano e non cappuccino perché il Decreto della Camera Apostolica che riconobbe ai cappuccini il diritto di vestire il simulacro del Santo con il proprio abito arrivò solo nel 1676, come riporta un documento di quell’anno conservato nella biblioteca comunale di Lamezia Terme, sezione Casa del Libro Antico, Fondo Cappuccini.

Le donne calabresi, che continuano ad invocare Sant’Antonio a protezione dei propri figli, sono molto devote a questa rappresentazione anche per la leggera inclinazione del Santo su di un lato che ricorda la tipica postura assunta dalle madri meridionali quando portano a cavalcioni i figli non ancora in grado di camminare.

L’altra interessante opera riportata è una bellissima tela ottocentesca che si trovava nella sala del refettorio del Convento dei Cappuccini, dove la fotografammo diversi anni fa. Ci consegna un Sant’Antonio in atteggiamento materno verso il Divin Bambino, quasi lo volesse cullare. L’intensità dello sguardo amorevole del Santo verso il Bambino dai biondi riccioli, domina il primo piano della tela, alla presenza del vescovo del tempo in preghiera.

La mostra, allestita da Antonio Iannicelli, castrovillarese residente da tempo nel capoluogo, non nuovo a questi eventi celebrativi ispirati dalla passione di rovistare nelle bisacce che custodiscono cose antiche e cose moderne, per quest’anno propone, alla sensibilità dei visitatori, immagini poco note di Sant’Antonio e comunque di indubbio valore artistico.

L’intento è quello di veicolare, attraverso la devozione popolare al Santo, un pezzo di Calabria sconosciuta, quella intensamente vissuta dalle comunità locali, per farla apprezzare come merita.


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