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4 novembre 2016

Prima pagina

A proposito del collegamento veloce Aeroporto-Lamezia Terme Centrale-Germaneto-Catanzaro Lido


La firma del protocollo d’intesa tra il presidente della Regione, Oliverio e l’amministratore delegato di Rfi, per la realizzazione di un collegamento veloce, Aeroporto-Lamezia Terme Centrale-Germaneto-Catanzaro Lido, fa sperare che fra qualche anno, anche in Calabria, i trasporti diventino una cosa normale per un Paese civile.

La storia però ci sbatte in faccia le tante altre volte che si sono sottoscritti accordi che non hanno mai visto le realizzazioni ipotizzate.

Un esempio: La storia del collegamento veloce tra Catanzaro Lido e Lamezia. Negli anni Ottanta del secolo scorso, il primo progetto esecutivo prevedeva la costruzione di una nuova linea a doppio binario elettrificata.

Non se ne fece nulla, anzi ricordo a chi forse lo ha dimenticato che l’allora amministratore delle Fs, Sghimberni, pagò con i soldi degli italiani, una penale di 19 miliardi di lire alla Ati Costrafer per la rescissione dell’appalto per la costruzione del primo tratto dal costo di 20 miliardi.

Nei primi anni del terzo millennio, l’allora governo finanziò con 200 milioni di euro la costruzione dell’attuale primo tratto della «nuova linea» Catanzaro Lido Settingiano, che è stato completato nel 2008.

Già allora c’era uno studio di fattibilità per il completamento dell’opera, anche perché il Governo pro tempore aveva promesso che negli anni successivi si sarebbe finanziato il completamento della linea fino a Lamezia, costeggiando l’attuale Statale 280.

Per realizzare però un piano di ammodernamento efficientamento e velocizzazione del sistema dei trasporti regionali, così come dichiarato da Oliverio, non basta solo un piccolo o grande intervento sulla attuale linea ferroviaria.

Serve anche e sopratutto la difesa della linea jonica, impedendo ad Rfi di dismettere il binario d’incrocio nelle stazioni. Se, come dice il protocollo d’intesa, si lavora ad uno studio di fattibilità per un grande progetto, questo vuole significare che si pensa a quello che da sempre si è ipotizzato e cioè il completamento dell’attuale linea, che si ferma a Settingiano, proseguendola fino a Lamezia.

Di questo collegamento veloce se ne parla dal lontano 1978, quando fu varato il piano ponte delle allora Ferrovie dello Stato che prevedeva per la nostra regione, oltre alla costruzione delle officine di Saline Joniche e di Catanzaro Lido, la costruzione della «nuova linea» Catanzaro Lido-Lamezia.

Per uno come me che segue da sempre questa, che nei fatti è un corso e ricorso della storia, anche attraverso momenti di confronto e di scontro sindacale con le autorità costutuite, è una notizia che rallegra e fa pensare che forse questa volta, dopo circa quaranta anni, i calabresi potranno vedere realizzata un’opera che poteva e può ancora far cambiare volto ai trasporti in Calabria, anche alla luce della ormai realizzata area direzionale di Germaneto.

Nel protocollo è scritto che entro gennaio 2017, cioè fra quattro mesi, si perverrà all’approvazione dello studio di fattibilità oltre al fatto che la Regione ha già appostato, come dice il protocollo, risorse per 500 milioni presi anche dal Por 2014/2020.

Mi permetto, sgombrando il campo da qualsiasi tono polemico, di fare tre semplici considerazioni che vorrei sottoporre al prof. Russo, assessore al porto di Gioia Tauro, ed al prof. Musmanno assessore regionale ai Trasporti ed al presidente Oliverio.

La prima. Pensare ad un grande progetto, come dice il protocollo, non può ridursi ad un intervento sull’attuale linea, che ha la conformazione orografica e le pendenze che conosciamo, che risale ai primi anni del ‘900. Pensare ad un grande progetto deve significare che l’attuale primo tratto fino a Settingiano lo si porta a Lamezia su nuova sede, come già previsto da uno studio di fattibilità che dorme in qualche cassetto di Rfi per il quale era previsto un costo di circa 450 milioni di euro.

La seconda. Non si possono spendere 500 milioni solo per la velocizzazione del collegamento Catanzaro Lido-aeroporto e poi arrivati a Lido c’è il deserto della Jonica.

La terza. Si parla da anni dell’isolamento ferroviario di Gioia Tauro e della possibilità che anche i porti di Crotone e Corigliano potessero
essere coinvolti nei flussi di traffico di Gioia. Realizzando la nuova linea si avvantaggerebbe non solo il trasporto regionale e nazionale, ma Gioia Tauro avrebbe uno sbocco sulla Jonica e sull’Adriatica oltre ad avere un itineraio alternativo all’attuale tirrenica.

Questo potrebbe evitare il potenziamento, sull’attuale linea S.Lucido-Cosenza-Sibari, per eliminare i problemi che oggi impediscono la circolazione ai containers nella galleria Paola-Cosenza. Presidente Oliverio, le grandi opere infrastrutturali, quando fatte rimangono per decenni.

Penso e mi auguro che chi ha il potere ed il dovere di pensare a progetti e proposte, per far diventare la nostra regione una terra normale, prima di decidere rifletta anche su tutto ciò che potrebbe servire ad un sistema dei trasporti traguardato non solo alle attuali esigenze di mobilità interna, ma anche e sopratutto a quello che potrebbe ed avrebbe già dovuto diventare la nostra regione. La porta dell’Italia e dell’Europa sul Mediterraneo.

Uno studio di fattibilità, per un lavoro così complesso, non si fa in tre mesi. Spero e penso, e se non è così chiedo ad Oliverio di farsi esporre dall’amministratore di Rfi i due studi di fattibilità, che a mente di addetti ai lavori, esistono e sono nei cassetti di Rfi, e cioè lo studio A e lo studio B.

Uno prevede l’ammodernamento dell’attuale linea, l’altro il completamento, su nuova sede, dell’attuale tratto fino a Settingiano. Per chi invece pensa che la nuova linea taglierebbe fuori Nicastro e Sambiase vorrei timidamente osservare che un cittadino che abita a Catanzaro nel quartiere Pontegrande per recarsi, dopo che sarà realizzato il «Pendolo», nell’area direzionale di Germaneto, dovrà prendere due diversi mezzi impiegandoci almeno venti minuti.

Un cittadino di Sambiase per arrivare nella stessa destinazione dovrà prendere sempre due mezzi impiegandoci qualche minuto in più. E’ scontato che essendo Nicastro-Sambiase e S.Eufemia unica area urbana, l’attuale linea fs dovrebbe fungere da metropolitana di superfice, come sarà il «Pendolo» della città di Catanzaro.
Antonio Tarantino
Ex dirigente sindacale settore trasporti


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