Sebastiano Barbanti
31 luglio 2020
Sebastiano Barbanti

News Lamezia e lametino

Barbanti: «Quale futuro per Lamezia Terme?»


Si sa che in politica si cerca sempre un avversario, un “nemico” come antagonista da combattere e strumento per far lievitare i consensi.

Io invece quest’oggi voglio cercare un esempio, un modello da seguire. E questo esempio è l’amministrazione di Catanzaro. Già, perché con il suo efficace agire politico, bisogna dare atto che Abramo ha inferto delle ferite mortali a Lamezia Terme che, per contro, deve soltanto prendersela con sé stessa per l’immobilismo e la mancanza di programmazione che sempre di più la attanagliano e che la relegano al ruolo di mera comparsa nel quadro politico ed economico regionale.

Abramo è riuscito a costruire un polo fieristico scippando a Lamezia un settore che le era naturalmente assegnato, è riuscito ad avere il controllo della Sacal, sta costruendo l’ospedale HUB per eccellenza di tutta la zona centrale della Calabria svuotando, di conseguenza, il Giovanni Paolo II. A Lamezia invece, di certo, abbiamo solo una “vittoria”: la costruzione di una mega discarica dei rifiuti.

Un quadro politico quello di Lamezia sempre più misero e frastagliato, incapace di esprimere rappresentanti alla Regione, incapace di elaborare una visione del futuro della città, abile solo nel servire come bacino di voti per altri, nel farsi depauperare dei tesori che nel tempo furono creati e nel far sfruttare il territorio per i più disparati motivi. Un pensare in piccolo e senza ambizioni che mal si addice alla quarta città della Calabria.

Ed in questo quadro non esistono vincitori e vinti, esistono solo perdenti: tutti noi, nessuno escluso. Politici e cittadini: i primi inadeguati ed i secondi conniventi. Eh si, perché se è vero che i politici non brillano per scaltrezza, è anche vero che “ogni popolo ha il Governo che si merita”, perché alla fin fine siamo pur sempre in democrazia e sono i cittadini che scelgono i politici.

Non suonino le mie parole come accusa a chicchessia, bensì siano uno sprone a cercare di costruire una società migliore, una città migliore, a prendersi ognuno la sua piccola dose di responsabilità, ad abbandonare la via dell’autoassoluzione che a nulla porta se non ad alimentare la perversa spirale del degrado.

Se quindi non ci interessa nulla della nostra città, del nostro futuro, del luogo dove i nostri figli dovrebbero crescere, allora evitiamoci le elezioni, evitiamoci governanti, evitiamoci ogni pensiero inutile, lasciamo le redini in mano a dei Commissari oppure, magari, chiediamo di essere annessi come quartiere ad un’altra città, meglio gestita e dove potremmo vivere nell’illusione della felicità, da sudditi ed ospiti, ma nell’illusione della felicità.

Se invece riusciremo ad avere ancora un sussulto di orgoglio, a trovare un barlume di dignità nascosto in un remoto angolo del nostro spirito reso ormai buio dalla rassegnazione, ad avere ancora la voglia di costruire un sogno iniziato più di 50 anni fa, allora bisogna sin da ora rimboccarci le maniche per realizzarlo, uscendo dalle case, incontrandosi, discutendo, individuando soluzioni non problemi, ragionando su come migliorare il nostro ospedale, su come utilizzare al meglio le terme, le nostre spiagge ed il nostro mare (ponendo fine all’inquinamento) rilanciando il turismo, a come creare lavoro anche attraverso una valorizzazione della nostra area industriale, a come facilitare il commercio, a come riprendere la tradizione della Fiera Agricola, a come efficientare l’aeroporto di Lamezia Terme per servire meglio il nostro hinterland, facendo insomma Politica, di qualità. Quella che per troppo tempo ci è mancata; quella che, volenti o nolenti, decide il futuro delle popolazioni.

Sebastiano Barbanti


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