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19 novembre 2017

Storia, miti e leggende della Calabria e del Sud

Calabria leggendaria: Crotone, la città voluta da Ercole


Fra una fatica e l’altra, Ercole si fermò a pernottare nei pressi del fiume Esaro, ove fece pascolare i buoi di Gerione dopo aver chiesto il permesso a Crotone, figlio di Eaco e fratello di Peleo, tempo prima là rifugiatosi e diventato signore del luogo a seguito del suo matrimonio con Laura, figlia di Lacinio, il quale abitava su un promontorio poco distante.

Ma mentre Ercole stava godendo dell’ospitalità di Crotone, Lacinio, facile al gratteggio, gli rubò alcuni buoi; accortosene, il figlio di Zeus si mise subito alla ricerca del ladro per allisciargli il pelo e riprendersi le bestie, però, ingannato dall’oscurità, uccise per sbaglio Crotone, accorso in suo aiuto.

Affranto dal dolore, Ercole si vendicò di Lacinio, seppellì l’amico nei pressi della foce dell’Esaro, e, dopo aver eretto un altare e fatto sacrifici in onore del defunto, vaticinò: «Nell’età dei nipoti, questo sarà il luogo d’una città da chiamarsi Crotone».

Passò del tempo e una notte Ercole apparve in sogno ad un suo discendente, l’acheo Miscello, detto «dalla schiena corta» perché gobbo, e gli disse: «Orsù, lascia questa patria e va’, cerca le sponde pietrose dell’Esaro lontano».

Per sentito dire Miscello sapeva che significasse scontentare l’irascibile antenato e s’apprestò alla partenza; ma prima chiese lumi all’oracolo di Apollo Pizio, che gli descrisse per filo e per segno l’itinerario da seguire fino alla tomba di Crotone.

Miscello attraversò il mar Jonio e, giunto dall’altra parte, cominciò a bordeggiare sottocosta: vide la pianura ove altri coloni greci stavano edificando Sibari e si lasciò abbagliare dal suo rigoglìo; per cui tornò indietro e si rivolse nuovamente all’oracolo chiedendo se, invece d’affrontare l’incertezza ed i pericoli di territori sconosciuti, poteva unirsi ai greci che stavano colonizzando quella pianura fertilissima.

E l’oracolo: «O piccolo Miscello, metti giù le spalle dal tuo petto: invano indagando tutte le altre cose, ecco, corri dietro a cose inique. Ma tu approverai con lode tutto ciò che di retto ti è dato».

Di tale sibillino discorso Miscello capì soltanto che doveva rassegnarsi al volere degli dei.

Traversò di nuovo il mare, arrivò fino alla foce dell’Esaro, trovò la tomba di Crotone e là fondò la città voluta da Ercole per onorare l’amico erroneamente ucciso, città che per vaticinio oracolare ebbe poi una storia contrassegnata dalla straordinaria prestanza fisica dei suoi abitanti e dalla rettitudine dei suoi costumi.
(Tratto da: Giulio Palange, La regina dai tre seni, Rubbettino)


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