Non ci demoralizziamo. Anzi, il cambio di colore è un incentivo per migliorare. Avanti nell’attrezzare nuovi posti letto Covid e nuovi posti in terapia intensiva, e avanti con le vaccinazioni. Tuteliamo la salute dei calabresi e le attività economiche”, scrive su Twitter il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto.
La zona gialla, per ora, non accoglie altre regioni ‘attenzionate. Il Veneto, che sfiora il tetto dei 4.000 contagi quotidiani, cerca di evitare il declassamento sotto l’albero. “Siamo in una situazione di pressione che va tenuta sotto controllo, ma che riusciamo a gestire. La prossima settimana il Veneto sarà ancora bianco, perché non abbiamo raggiunto il limite del 15% di ricoverati covid in area medica (siamo all’11%) mentre siamo oltre gli altri due parametri nazionali richiesti, che sono il 10% di occupazione delle terapie intensive (siamo al 12%) e l’incidenza (siamo a 371,1 casi ogni 100 mila abitanti su un limite di 50)”, dice il governatore Luca Zaia. “Se la prossima settimana dovessimo superare il parametro del 15% dei posti occupati in area medica – aggiunge – vorrà dire che nella settimana di Natale saremo in giallo”.
“Io sono ottimista, credo che non arriveremo in zona gialla. Ma in ogni caso non sarebbe nemmeno una tragedia , si tratta di mettere la mascherina all’aperto, ma per non tornare in zona gialla usiamo comunque la mascherina all’aperto se c’è affollamento”, fa eco da Roma il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ospite di “Oggi è un altro giorno’ su Rai Uno.
Lazio in zona bianca fino a Natale secondo il pronostico dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. “Sono stanco e preoccupato quanto basta ma non cambieremo colore, si va verso un Natale bianco. Prevediamo di arrivare fino al 25 dicembre in zona bianca, poi vedremo…”, dice a Un giorno da pecora. L’aumento della curva si fa sentire anche nella regione. “Abbiamo una leggera pressione sulla rete ospedaliera ma al di sotto delle soglie” per il passaggio da zona bianca a zona gialla: “L’occupazione dei reparti di area medica è al 12%, quello delle terapie intensive al 9.6%”, spiega.