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11 marzo 2016

News

Catanzaronelcuore invita a votare Sì al referendum del 17 aprile


Se vogliamo evitare che le società petrolifere installino quelle orribili piattaforme nell’azzurro del nostro mare entro dodici miglia dalla costa, allora non c’è che una cosa da fare: votare e far votare Sì al referendum del prossimo 17 aprile.

Tale consultazione referendaria è fondamentale, forse addirittura vitale, se si ha a cuore la sorte del nostro mare, del nostro territorio, del nostro futuro. Infatti, a fronte di scarsi o nulli benefici apportabili alle aree in cui le attività estrattive avranno luogo, di contro si avrebbero conseguenze negative tanto sotto il profilo ambientale quanto sotto quello turistico. E poiché nel caso che a noi interessa da vicino, la Calabria, il mare ne definisce e identifica l’esistenza lungo i suoi 800 chilometri di costa che offrono una varietà meravigliosa di paesaggi, è lampante e drammatico il rischio paventato qualora non si raggiunga il quorum al referendum.

Pertanto, registrando con favore la nascita di comitati No-Triv anche nella nostra città, invitiamo tutti i cittadini a responsabilizzarsi e a sensibilizzarsi sul tema, incoraggiando presso chiunque ed in ogni dove la partecipazione di massa al referendum, e dunque barrare con convinzione la casella del Sì.

Prima di piangere lacrime di coccodrillo o frustrarsi per infelici decisioni imposte, il 17 aprile abbiamo l’opportunità di poter scegliere. Il referendum è un diritto, ma a noi qui piace coglierlo come un dovere, un atto perentorio con il quale possiamo e dobbiamo evitare le trivelle.

Il rispetto dell’ambiente va garantito: questo è certamente l’obiettivo immediato da conseguire tramite l’imminente consultazione referendaria; ma secondo noi il voto del 17 aprile può avere un ulteriore e strategico risultato, ovvero contribuire, ancorché nella misura limitata consentita al singolo cittadino, alle politiche energetiche nazionali che ci piacerebbe fossero improntate massimamente sulle cosiddette rinnovabili.

Ma c’è di più: questo referendum – qualora auspicabilmente risultasse valido e vincente per il Sì – dovrebbe sollecitare il personale politico più attento, colto e lungimirante della nostra regione ad aprire una discussione concreta sulla «risorsa mare», cioè guadagnare la consapevolezza di quanto possa essere grande, vera e pulita la ricchezza, finora inespressa, rappresentata dal mare per lo sviluppo della Calabria; e così programmare finalmente politiche coerenti nell’ambito del turismo, dell’agricoltura, dei beni paesaggistico-culturali. Questo è il nostro petrolio, che non inquina, non trivella, non deturpa, non lascia inutili mance sotto forma di misere percentuali lesinate dalla multinazionale di turno.

Ecco, in tale prospettiva, la politica regionale può profittare del referendum per avanzare al governo nazionale le sue controproposte sull’utilizzo intelligente del mare e delle genuine risorse offerte dal territorio calabrese, e fare così in modo che turismo, agricoltura e beni culturali assurgano a contenuti ordinati allo sviluppo, e non più allo spolpamento di un territorio meraviglioso qual è la nostra Calabria.

Movimento Civico Indipendente «Catanzaronelcuore»


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