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24 novembre 2022

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CIRCOLO AGORA': nuova conversazione «I guerrieri di Riace, guardiani dell’immortalità» con Fortunato Aloi


Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza un nuovo incontro da remoto, presentando il saggio dell’onorevole Fortunato Aloi  “I guerrieri di Riace – Un antico messaggio di avvenire“. Rinvenuti nel Mar Ionio, i Bronzi di Riace sono simbolo di Reggio Calabria e tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica. Due statue avvolte dal mistero, che hanno un inestimabile valore.

 

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC) ospita i Bronzi di Riace dal 1981, da quando dopo il restauro avvenuto a Firenze (durato dal 1975 al 1980) e l’esposizione a Roma nel 1981, sono tornate in città per essere collocate in ambiente climatizzato e poste su basi munite di accorgimenti antisismici. Da allora, a parte il temporaneo spostamento del 2010, quando in seguito ai lavori di ristrutturazione del Museo sono state trasferite per un restauro aperto al pubblico nelle sale di Palazzo Campanella di Reggio Calabria (sede del Consiglio regionale della Calabria), le due statue bronzee si trovano lì, in silenzio, a raccontare con i segni lasciati dall’erosione marina un pezzo di storia della Magna Grecia e a ricordare ai reggini le loro origini. Il rinvenimento dei Bronzi è avvenuto nell’agosto del 1972, a Riace Marina e dopo pochi giorni emersero dai fondali grazie al suporto logistico del Nucleo Subacqueo dei Carabinieri di Messina.

Si pensa siano finite nei fondali del mar Ionio in seguito all’affondamento dell’imbarcazione che le trasportava ma non si esclude che siano state gettate in mare durante una burrasca per alleggerire la nave. Avvolta dal mistero la storia degli eroi dalla bellezza eterna, continua ad interrogare studiosi da ogni parte del mondo che a distanza di mezzo secolo dal ritrovamento provano a tracciare le coordinate storiche dei simboli inconfondibili del mondo antico, risalenti al V sec. a.C., un mondo che ci appartiene, che scorre nelle nostre vene, la cui cultura ha forgiato la nostra identità, la nostra esistenza. Sicuramente rappresentano gli aspetti tradizionali della Magna Grecia, della cultura ellenica, di un territorio, quello reggino legato per ovvi motivi storici e culturali alle tradizioni dell’Antica Grecia. A distanza di mezzo secolo dal loro ritrovamento, tante le curiosità, si segreti da svelare come la loro reale identità, la destinazione, la rotta di navigazione, la data e gli autori del ritrovamento. Secondo la cronaca le due statue vennero scoperte il 16 agosto 1972 dal giovane sub romano Stefano Mariottini che si immerse nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina, a 8 metri di profondità. Secondo altre fonti tale scoperta è collegata ad alcuni ragazzini del luogo, come lo studioso e ricercatore di archeologia, prof. Giuseppe Bragò indica nei suoi dossier e nelle successive pubblicazioni. Ma altre “leggende” aleggiano sulle due opere bronzee “Sono Eumolpo ed Eretteo disse il primo. No! Sono Anfiarao e Tideo ribattè il secondo. Ma cosa state dicendo disse il più sponsorizzato, sono Eteocle e Polinice”, vengono da Roma, dovevano andare a Costantinopoli e sono naufragati a Riace”.

Fin qui tutto è ammissibile, in democrazia ognuno può esprimere la propria opinione e proporre la propria ipotesi, ma non dobbiamo dimenticare che nessuno di costoro ha la verità in tasca. Quelle sui Bronzi di Riace sono tutte ipotesi, nessuna certificata dal Ministero per i Beni Culturali, alcune delle quali possono essere credibili, altre crollano al primo approfondimento. Poi il periodo della volontà che si alterna periodicamente di far viaggiare le due statue, cosa improponibile – come tra l’altro riportato da autorevoli note scientifiche. Altre vicende riguardano la duplicazione delle due statue a seguito della delibera n. 507/2002 avente per oggetto la “clonazione” dei Bronzi datata 10 giugno 2002. Nella stessa la Giunta della Regione Calabria delibera “la riproduzione dei Bronzi di Riace”, sulla base di una Convenzione precedentemente stipulata con il Ministero per i Beni culturali e ambientali. Le pagine del saggio “I guerrieri di Riace – Un antico messaggio di avvenire” vogliono essere solo un contributo, sia pure modesto, all’analisi interpretativa di una “vicenda” – quella dei “guerrieri” di Riace -, che tanto interesse sta suscitando a livello di pubblica opinione non solo locale, ma anche nazionale e mondiale. E ciò senza ovviamente prescindere dall’apporto, che ho cercato di dare, mediante questo lavoro, ad una Città e ad una Regione, che, avendo alle spalle un passato ricco di Storia e di Cultura, ed essendo, per ciò stesso, depositarie di un vasto patrimonio artistico-archeologico, meritano di essere al centro di una giusta ed adeguata valorizzazione.

L’onorevole Fortunato Aloi, ha ricoperto il ruolo di docente negli istituti superiori. Dirigente missino e consigliere comunale e provinciale di Reggio Calabria e Deputato della Repubblica Italiana per quattro legislature, ricoprendo prestigiosi incarichi parlamentari, tra i quali quello di Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione dal 13 maggio 1994 al 16 gennaio 1995. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 23 novembre.

 


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