Nel consiglio regionale della Calabria non è passata neanche ieri la legge sulla doppia preferenza di genere, presentata dall’unica consigliera Flora Sculco, che mira a garantire nel sistema elettivo calabrese il principio di equilibrio di entrambi i generi: si tornerà in aula il 25 marzo ma sarà indispensabile una proposta firmata da maggioranza e minoranza.
Grande delusione tra le donne, in particolare dalla nutrita rappresentanza che ha atteso per tutta la giornata la discussione, e da Tonia Stumpo, consigliera regionale di Parità, che ha dichiarato sui social: «Un fallimentare consiglio regionale ha decretato la sua fine, rinviando, per mancanza di volontà politica (non solo numerica), la legge sulla doppia preferenza di genere. Tale fallimento è da ascrivere al P.D. Calabria, che dovrà fare i conti, per il tradimento del mandato sulla rappresentanza paritaria, con i propri elettori, oltre che i conti politici,con il partito di Zingaretti.
Per evitare nuovi fallimenti, la Calabria ha solo una via d’uscita: candidare, da parte di tutte le forze politiche, donne alle presidenza della Regione».
Nonostante l’appello di Mario Oliverio, l’impegno profuso da Flora Sculco e da Tonia Stumpo, la discussione della legge ieri ha visto ieri diverse posizioni anche all’interno deella stessa maggioranza, la sospensione della seduta del Consiglio regionale chiamata a votare, la convocazione dei capigruppo da parte del presidente dell’assemblea Nicola Irto e infine il rinvio, chiesto a nome del centrodestra.