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17 settembre 2020

News

Covid: in Italia 1452 nuovi casi e altri 12 morti. La Calabria ha 389 casi attivi, Lombardia 8804. Pesenti: «Continuiamo a lavorare, difficile fare previsioni»


Sono 1452 i nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute. Rispetto a ieri, sono segnalati altri 12 morti, che portano il totale a 35645 dall’inizio dell’emergenza. Sono 207 le persone ricoverate in terapia intensiva, 6 in più di ieri. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 100.607 tamponi, nel complesso è stata superata quota 10 milioni.
In Calabria ad oggi sono stati effettuati 176.447 tamponi, le persone risultate in totale positive al Coronavirus sono 1.741. Al 16 settembre i casi attivi sono 389 (+19 rispetto al giorno precedente), ricoverati 28, 2 in terapia intensiva.

In Regione Lombardia al 16 settembre i positivi sono 8804, 159 i nuovi casi, di cui 18 ‘debolmente positivi’ e 9 a seguito di test sierologico. Secondo i dati della Regione Lombardia, i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 17.831, per una percentuale dei nuovi positivi sul totale dei tamponi dello 0,89%. I morti sono due, per un totale complessivo dall’inizio della pandemia di 16.905. Sono 264 le persone positive al coronavirus ricoverate negli ospedali della Lombardia, una in più rispetto a ieri. Secondo i dati diffusi da Regione Lombardia, in terapia intensiva sono ricoverate 30 persone, una in più nelle ultime 24 ore. I guariti e i dimessi sono 78.090, in aumento di 152 unità da ieri.

“I malati ricoverati in questi giorni in terapia intensiva per Covid-19? In Lombardia sono una trentina (30 secondo l’aggiornamento diffuso oggi dalla Regione, ndr). Non c’è grande movimento, ma questi malati sono malati gravi come quelli di marzo. E mi aspetto una mortalità simile, intorno al 40%. Per la prossima stagione invernale è purtroppo difficile fare previsioni adesso. E bisogna vedere per esempio cosa succede dopo l’apertura delle scuole, il cui impatto si potrebbe rilevare fra circa 20 giorni. Quello che è sicuro è che c’è necessità di continuare a occuparci del problema Covid, perché non è passato. Se sbagliamo torna fuori. Si guardi al caso Israele: non è un Paese dove l’organizzazione è scarsa, ma si sono ritrovati una seconda ondata, peggio della prima”. La riflessione è di Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia per l’emergenza coronavirus.

“Certo che si rischia un ritorno al passato, una nuova ondata di malati – spiega all’Adnkronos Salute – Mi ha chiamato un collega dalla Grecia e dice che loro stanno vivendo una seconda ondata” di Covid-19. “In Francia non sono lontani. Tutto ovviamente dipende dall’entità della seconda ondata. Noi siamo stati molto fortunati e bisognerebbe sottolinearlo perché la gente non si illuda. La prima ondata ha colpito in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, ma se in Italia ne arriva una seconda con percentuali anche un decimo di quelle avute in Lombardia è un disastro”. (ADNKRONOS)


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