Covid, Mattarella: "Scuola è il più potente anti-virus"
21 settembre 2021

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Covid, Mattarella: “Scuola è il più potente anti-virus”


“La scuola è ossigeno per la società, il suo funzionamento è specchio di quello del Paese. Il mondo della scuola si è dimostrato un potente anti virus”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Pizzo calabro in occasione della cerimonia per l’apertura dell’anno scolastico, ricordando che “quando è comparso il virus, la scuola è stata la prima a dover chiudere le sue porte. Ora, grazie alle vaccinazioni e alle nuove misure di precauzione, questo non deve più accadere“.

“Oggi è un giorno speciale – ha detto Mattarella – allegro, di speranza e di impegno per l’intero Paese. Come ogni anno il primo giorno di scuola suscita festa e attesa, ma quest’anno ad essere speciale è l’anno scolastico che comincia: voi, ragazze e ragazzi, tornate tutti in aula, insieme ai vostri insegnanti. Dopo le tante sofferenze e le grandi limitazioni che la pandemia ci ha imposto, la ripartenza delle scuole a pieno regime è il segno più evidente della ripartenza dell’Italia”.

Mattarella ha quindi elogiato l’impegno dei giovani per il vaccino: “È incoraggiante e importante l’adesione dei giovani alla campagna vaccinale: numeri che speriamo diventino sempre più grandi. Non di rado in famiglia sono stati proprio i giovani a spiegare le buone ragioni dell’immunizzazione, a rompere gli indugi e a fare per primi il vaccino, anche quando i genitori tentennavano. Volevano uscire da casa i ragazzi, tornare con gli amici, e così hanno aiutato tutta la società”. “Quando nascono grandi speranze sociali, i giovani -ha ricordato il Capo dello Stato- sono protagonisti. Qualche volta le esprimono con radicalità. Merita attenzione la grande partecipazione degli studenti alla campagna vaccinale: rivela da che parte sta il desiderio di libertà, di vivere appieno la propria vita con gli altri, rispettandoli, e dove invece prevale una visione regressiva”.

Il capo dello Stato ha sottolineato che “abbiamo una scuola di valore grazie alla passione degli insegnanti, alla dedizione del personale, all’impegno di voi studenti. Sappiamo che vi sono anche aspetti che devono essere migliorati, soffriamo per ritardi antichi, per qualche inefficienza, per disparità e diseguaglianze. Non mancano risorse e capacità per superarli e per avere fiducia in noi stessi”. “Con le scuole che ripartono e riaprono -ha proseguito il Capo dello Stato- si riallacciano fili che si erano interrotti o che erano diventati più esili: anzi tutto lo studio, ma anche le relazioni, le amicizie, l’insieme di quelle esperienze così decisive della vostra formazione. E questo trasmette energia a tutta la nostra comunità nazionale”.

“La pandemia ha prodotto una condizione drammatica e dolorosa. Ha recato tanto dolore e lutti. Non dimenticheremo quanto è accaduto. Non dobbiamo neppure perdere il ricordo delle esperienze positive che sono giunte dalla risposta sociale, collettiva, alla pandemia. Questa risposta ha preso forma dal nostro comune impegno, dalla generosità, dal coraggio, dal senso del dovere e della responsabilità che tanti hanno dimostrato. Il mondo della scuola è stato un esempio di passione civile e di solidarietà“.

“Rinunciare alla scuola in presenza è stato un sacrificio pesante e sofferto. E’ giusto riconoscere che, grazie al lavoro di insegnanti, all’impegno di presidi, e alla collaborazione di genitori, è stato possibile, con la didattica a distanza, assicurare, pur in condizioni spesso estremamente difficili, la continuità possibile nell’insegnamento. E la Dad ha contribuito, pur nella sua inevitabile incompletezza, a incrementare le conoscenze, a far crescere l’alfabetizzazione informatica nelle famiglie”. “Nella scuola che riparte -ha aggiunto il Capo dello Stato- è bene dare continuità all’educazione digitale, favorendo l’integrazione dei nuovi strumenti nei programmi di studio. La società ha bisogno di crescere nelle conoscenze digitali. L’intera società, non soltanto alcuni suoi ambiti più o meno ristretti. Proprio la Dad ha evidenziato i divari di sviluppo tra le diverse aree del Paese. In alcuni territori, la rete non arriva o arriva male. Mediante le risorse messe a disposizione dall’Unione europea si intende opportunamente correggere questa inaccettabile realtà”.

Abbandoni scolastici e impoverimento educativo, soprattutto nelle aree sociali già svantaggiate, si sono aggravati e rappresentano indubbiamente una pesante eredità di questa stagione. Per affrontare con energia questo aspetto possono esserci d’aiuto lo spirito e la passione civile che hanno consentito di limitare le conseguenze negative delle successive chiusure”. “L’abbandono e il disimpegno di ragazzi -ha sottolineato il Capo dello Stato- è stato contenuto dall’ingegnosità e dalla determinazione di insegnanti che hanno sovente rincorso gli assenti, che li hanno cercati pure quando era difficile muoversi da casa, che hanno costruito collegamenti, spesso grazie anche alla generosa collaborazione e al senso di solidarietà dei compagni di classe”.

“L’espressione di questa solidarietà, la coscienza di appartenere a una comunità, di sentirsi responsabili gli uni degli altri, costituiscono un patrimonio prezioso da non disperdere, anzi da porre a frutto per il futuro e da far crescere ulteriormente. A tante ragazze e tanti ragazzi la pandemia ha fatto comprendere il valore del ‘noi’. Li ha sollecitati a guardare oltre la propria individualità, a sentirsi parte di una comunità più grande, e questo nonostante i distanziamenti che frenavano i contatti personali. La condizione di solitudine sperimentata da tanti ragazzi ha lasciato talvolta delle tracce: vanno cancellate -ha esortato Mattarella- recuperando il valore della vita sociale a scuola e altrove”.


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