droni
19 dicembre 2018

News Calabria

Droni per la ricerca e il soccorso: al Rescue Drones Network presente anche la delegazione calabrese


Si è tenuto a Piacenza il 15 e il 16 dicembre l’evento Rescue Drones Network con l’esercitazione denominata Delta Tango 1, primo esperimento concreto di applicazione dei droni alla ricerca e soccorso che ha visto associazioni e centinaia di operatori da tutta Italia.

Piloti di droni, controllori del traffico aereo commerciale, tecnici di assistenza aeronautica aeroportuale, ingegneri, architetti, geologi, topografi, esperti di analisi termometrica, informatici, piloti di linea e militari, istruttori di volo, soccorritori sanitari, operatori e tecnici video e semplici volontari, tutti insieme per la prima edizione del campo di addestramento.

La delegazione calabrese di Rescue Drones Network ha partecipato con tre soci: Francesco Rizzo e Giuseppe Rizzo di San Lucido (CS), e Francesco D’Amico di Lamezia Terme, quest’ultimo coinvolto nelle attività dell’Operativo Voli per la gestione delle autorizzazioni e del traffico aereo insieme a personale ENAV (controllori di volo).

Obiettivo del primo campo di addestramento era sperimentare diverse tecnologie che si appoggiano sui droni per migliorare le attività di soccorso in zone impervie. È la prima volta al mondo che si sperimentano queste tecniche e metodiche in modo organico. Su quasi tutte le sperimentazioni fatte non esiste letteratura per cui si parte a livello pionieristico. Ognuna delle aree sperimentate può portare a risultati che cambiano in modo sostanziale l’esito del soccorso

Pianificata e realizzata un’attività di rilievo aerofotogrammetrico: definita l’area di 10 ettari da scansionare nella località Bolderoni, in soli 40 minuti si è riusciti a fare i voli ed elaborare le immagini successive per mettere a disposizione del Sindaco un’immagine fotografica unica di tutta l’area nonché un modello tridimensionale della frazione indagata, navigabile su computer per consentire a chi deve organizzare i soccorsi di avere la dimensione dell’area interessata dall’evento ed informazioni sulla gravità dei danni subiti e sulle vie di accesso disponibili. Grande collaborazione della popolazione presente che, con l’aiuto dei volontari dell’Associazione I BARBARI ha accettato di non uscire per qualche minuto per garantire la sicurezza delle operazioni.

Sperimentata, tra le prime volte in Italia, l’attività di Mantracking, tecnica di derivazione militare con formatori certificati negli USA che sono saliti a Mareto per dimostrare l’efficacia dell’analisi delle tracce lasciate dall’uomo nell’ambiente, attraverso le quali si possono dedurre: n. di persone transitate, genere, fascia di età, tempo di transito, condizione fisica, stato mentale, eventuali ferite con la loro collocazione di massima, conoscenza del luogo, ecc. Dopo la formazione in aula i volontari sono scesi nei boschi intorno per la parte pratica.

Grande spazio ai test con le termocamere a bordo dei droni che garantiscono la quasi certezza assoluta di individuare una persona in vita che si trovi nell’area scansion.


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