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12 giugno 2018

Storia, miti e leggende della Calabria e del Sud

Elais, la protettrice dell’olio d’oliva, era una donna


L’ulivo mediterraneo. Nessun altro albero è stato identificato con una regione come l’ulivo con il Mediterraneo!

Lo incontriamo ovunque. Quando l’onda e la salsedine lo toccano in riva al mare, quando per sopportare la durezza del paesaggio estivo negli aridi territori delle isole, e quando formò enormi foreste e sorprendenti ecosistemi. Il colore d’argento e il suo grigioverde gioca con la luce ed il sole. La sua forma viene raffigurata su monete, in quadri famosi, è stata penetrata al culto ed è stata identificata con città, santuari e dei. Forse, non avremmo mai potuto immaginare il Mediterraneo senza l’ulivo…

Cosa sarebbe la vita se mancasse dalla nostra stessa vita quello che suona ultimamente come santa trinità del Mediterraneo: l’olio delle olive, grano e vino!

Albero d’area mediterranea, ha influenzato cataliticamente lo sviluppo della civiltà in una zona dove si svilupparono alcune delle prime culture dell’umanità. Il collegamento dell’alimentazione e del culto è un fenomeno importante che s’introduce nella mitologia di popoli e di forme di pratiche e abitudini culturali del Mediterraneo, molti dei quali sono ancora conservati fino oggi.

Non è affatto casuale il fatto che lo storico del mediterraneo Fernand Braudel individua i suoi limiti con dei confini di coltivazione di oliva: il Mediterraneo inizia là dove si germogliano le prime olive nel nord e finisce là dove iniziano ad apparirsi le prime foreste di palme nel continente africano.

Segna il percorso verso un livello superiore della civiltà. Grafici salvati dai tempi minoici e micenei, l’oliva gioca un ruolo importante: la incontriamo come un albero sacro per completare l’apparizione di Dio, a fianco ad altari ma anche nelle raffigurazioni del proprio paesaggio dell’ epoca preistorica.

Secondo la tradizione mitologica, Elais (Ελαϊς), figlia di Aniou e di Dorippe, era la protettrice dell’olio d’oliva. Le sue sorelle erano Oino (Οινώ), che proteggeva la vigna e Spermò (Σπερμώ), che proteggeva il grano. L’olio d’oliva, il vino ed il grano, i tre preziosi prodotti della terra greca.

Il frutto dell’ulivo è un elemento essenziale della Cultura mediterranea dall’antichità. Ricerche e ritrovamenti (vasetti, registrazioni su segni, resti di frantoi) testimoniano che la produzione dell’olio d’oliva possedeva prominente posizione nella società ed economia dei minoici e Micenei.

Già dai tempi minoici era in corso l’elaborazione dei frutti dell’olio d’oliva come anche l’olio d’oliva che si producesse si conservava in «pithos» di argilla ed anfore i quali venivano spesso esportati nelle isole dell’Egeo e in Grecia centrale.

Ma al di là dei benefici economici, il suo albero d’olivo si adorò come sacro e l’olio d’oliva oltre che dono ai Dei e i morti stava ancora servendo nella produzione di profumi, in medicina e nella vita quotidiana come un prodotto essenziale per l’alimentazione, l’illuminazione ed il riscaldamento.

Sin dai tempi antichi l’oliva è stata l’albero più sacro e fino ad oggi rimane un elemento direttamente correlato alla tradizione ma anche all’alimentazione della Grecia. Il ramo d’ulivo era un simbolo di pace, saggezza e vittoria.

La mitologia si riferisce al suo famoso confronto tra Poseidone con Athena per chi darà il suo nome alla città, il quale ha vinto Athena offrendo al κλεινόν άστυ cioè alla città gloriosa un ulivo simbolo di pace, progresso e potere. La città le ha mostrato gratitudine dandole il suo nome.

Il 480 a.C., quando i Persiani conquistarono Atene, bruciarono l’ulivo evento che era considerato un brutto segno, la tristezza però si è trasformata in gioia quando il giorno dopo il tronco ha germinato di nuovo. Indicativo dell’importanza dell’oliva per Atene è che gli Ateniesi alle loro monete raffiguravano Atena con una ghirlanda di ulivo sul suo elmetto e un’anfora con olio d’oliva o un ramo d’oliva.

Ancora, con rami di oliva è stato incoronata anche la statua di chryselephantine di Zeus in Olympia, il capolavoro di Fidia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Come anche, il premio per i vincitori delle gare olimpiche era un ramo di olivastro (kotinos).
Anastasia Skiada
(Fonte: www.teatronaturale.it)


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