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20 marzo 2019

News Calabria

Gemellaggio Mendicino-Caserta: il 23 marzo la sigla. E’ di seta il filo che congiunge la Calabria alla Campania


Due comuni uniti dall’antica lavorazione del baco da seta. Mendicino nell’Ottocento, fu uno dei più importanti centri di produzione della seta in Calabria. Nel centro storico sono state recuperate due tra le più importanti e antiche filande e all’interno della Filanda Gaudio, oggi, ha sede il Museo storico multimediale della seta, dove sono custoditi documenti e attrezzature per la lavorazione della seta, fino al secolo scorso diffusa in tutta la Calabria.

Certamente più famosa la Real Colonia di San Leucio, a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta, fondata nel 1776 da Ferdinando IV di Borbone, che chiamò a Caserta i migliori maestri tessitori italiani e francesi con il dichiarato obiettivo di produrre seta che superasse in bellezza quella prodotta allora a Lione. La seta di San Leucio ancora oggi viene utilizzata per realizzare le bandiere americana e inglese, ma soprattutto, tende, arazzi e broccati di ottima fattura pronti a vestire di eleganza ogni prestigiosa dimora e decora i salotti di tutto il mondo (Vaticano, Quirinale e Casa Bianca).

Mendicino e Caserta, sabato prossimo 23 marzo, ore 12, in piazza Municipio, sigleranno un gemellaggio “al fine di avviare rapporti di scambi culturali, di promozione e valorizzazione reciproca, nonché visite ed ospitalità per i cittadini dei due comuni, favorendo anche lo sviluppo sociale ed economico, individuando le più efficaci modalità d’intervento”, come recita la delibera del Comune di Caserta.

«Un sogno che si realizza» lo definisce il sindaco Antonio Palermo, che ha lavorato alacremente alla realizzazione del progetto. L’intento è quello «di sviluppare al massimo la storia e le tradizioni del territorio mendicinese, – dichiara il primo cittadino di Mendicino – con la speranza che questo sia da sprono per i nostri giovani, che possano trovare nell’allevamento del baco e nella coltivazione del gelso, nuovi stimoli. Il sogno, in definitiva, è quello di vedere domani riaprire le filande per tessere la seta, la nascita di nuove aziende e l’apertura di botteghe per i tanti visitatori che in futuro, grazie alle innumerevoli attività culturali messe in campo da questa amministrazione, verranno a conoscere il nostro centro storico».


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