“L’astensionismo è generalizzato. La gente si sente offesa dalla mala gestione, dai candidati proposti, in media stavolta abbastanza buoni ma non tali da muovere il sentimento. Così ci sarà un intramezzo, in cui regnerà l’indifferenza, come se ci fosse Moravia al potere. Ma prima o poi qualcuno dovrà occuparsi della politica. Ed ecco che il tiranno uscirà naturalmente e saremo governati da un re autocrate – allerta Piepoli – Oppure, come mi auguro, da un sovrano democratico attraverso una costituzione repubblicana che maschera il regno, come avviene in Francia, paese democratico governato da un re, il titolare dell’Eliseo.
“Tuttavia l’evoluzione della Repubblica in regno senza re, quindi in democrazia a forte vocazione presidenziale, è un processo lento, ci vorranno 50 anni”, constata Piepoli. Mentre la crescita dell’astensionismo dunque dell’indifferenza alla politica “che è il centro della vita” è galoppante: “nel 1946, quando per la prima volta ho accompagnato mia madre a votare, l’affluenza era del 96%; poi è scesa al 92% nel 1948, si è assestata su valori alti fino al 1975, poi è precipitata velocemente”. Il rischio imminente? “Un tiranno in un regno d’indifferenti”.
(di Roberta Lanzara)