Palloni di fichi, miele di fichi, crocette e fichi secchi come ripieno di tante specialità: i fichi secchi in Calabria sono davvero un must dei menù natalizi.
Sarà perché il fico è l’albero sacro per eccellenza, presente nelle sacre scritture di diverse religioni e diffusissimo nei paesi affacciati sul Mediterraneo, dove sia in epoca magnogreca che romana godeva di altissima considerazione per le grandi qualità nutritive.
In Calabria e nelle altre regioni meridionali visse una vera e propria civiltà del fico, che venne celebrato da artisti, poeti e scrittori dell’epoca e piantato davanti alle case e ai templi, perché considerato di buon auspicio per tutti.
Tuttora in Calabria il fico, in tutta la sua bellezza e sacralità, è parte integrante del paesaggio e della cultura.
Una bella leggenda calabrese narra che Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù un brutto giorno dovettero fuggire verso l’Egitto, per scampare alla strage degli innocenti ordinata da Erode.
Presto però scese il buio e, non essendoci nessun altro riparo, i tre decisero di trascorrere la notte sotto un fico che, appena vide la Sacra Famiglia, allungò i rami e allargò le foglie fino a nasconderla completamente agli occhi dei soldati del malvagio re.
Quando fece giorno la Madonna uscì dal verde nascondiglio e rivolgendosi all’albero di fico disse: «Che tu sia benedetto, o fico. Per due volte all’anno darai i frutti più dolci della terra». Da allora, all’inizio e alla fine dell’estate il fico dona i suoi frutti dolcissimi e i calabresi, in ricordo di questa leggenda, li fanno seccare al sole e li consumano a Natale, per celebrare la nascita del Bambin Gesù.
La ricetta calabrese più antica a base di fichi secchi è senz’altro quella delle crocette, semplici ma deliziosi fichi imbottiti.
INGREDIENTI
Fichi secchi, noci, buccia di mandarino, zucchero.
PREPARAZIONE
Tagliate i fichi secchi a metà nel senso della lunghezza, lasciandoli uniti dal picciolo e apriteli bene. Prendetene due e sovrapponeteli incrociandoli, quindi su ogni mezzo fico appoggiate pezzetti di gherigli di noci e di buccia di mandarino.
Sovrapponete altri due fichi aperti, in maniera da far combaciare i fichi dalla parte interna e schiacciate bene: la crocetta è fatta. Quando avete finito di comporle tutte, passatele velocemente nel forno a temperatura media.
A questo punto passatele nello zucchero e per conservarle, secondo una tradizione che arriva direttamente dai nostri avi dell’Antica Roma, sistematele in una scatola di cartone o di latta a strati alternati di foglie di alloro.
Questa è la ricetta base delle crocette, ma per il ripieno potete sbizzarirvi utilizzando anche mandorle, pistacchi, cedro o arancia candita, a seconda del vostro gusto, mentre per l’esterno potette aggiungere allo zucchero un po’ di cannella. Sono sempre una bontà!
Annamaria Persico