Girotto, Servillo e Mangalavite
6 agosto 2016
Girotto, Servillo e Mangalavite

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Jazz & Vento. A Cortale martedì 9 agosto l’omaggio di Girotto, Servillo e Mangalavite a Napoli e Buenos Aires


Tutto pronto a Cortale (Catanzaro) per la XIII edizione di Jazz & Vento, rassegna gratuita ma di alto profilo per la volontà dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Scalfaro.

Con l’ormai tradizionale saluto propiziatorio ad Eolo, realizzato al tramonto da Franco Suppa e Joy De Vito presso il fondaco Pellegrini-Venuti e successiva degustazione di vini con jam nel centro storico prevista per la sera dell’8 agosto, la manifestazione, che ha in Maria Teresa Marzano il suo direttore artistico e in Simona Papaleo, il meritevole assessore alla Cultura, entrerà nel vivo del suo cartellone il 9 con il trio Girotto-Servillo-Mangalavite alle prese con Parientes, il notevole lavoro discografico uscito l’anno scorso. Rappresenta un omaggio appassionato a due città e due culture, quella di Napoli e quella di Buenos Aires, quella argentina e quella napoletana, intrecciate musicalmente in una fitta trama di jazz, milonga e folk.

Ribadisce Servillo: «E’ bello pensare che un po’ della nostra cultura sia andata a innervare quella argentina. E la nostra idea era proprio quella di andare a indagare il rapporto tra le due culture, narrando figure popolari argentine che riconducono all’ambito familiare: padri, madri, sorelle. Di qui anche la scelta di Parientes, il titolo che abbiamo dato al progetto. Siamo parenti quindi, proprio a voler marcare quel viscerale rapporto tra Napoli e Buenos Aires, un incontro nato più di un secolo fa, a cavallo del XX secolo, all’epoca della prima grande emigrazione italiana in America e che il cantante Cuca Noto, come si ascolta nell’introduzione del brano omonimo presente sul disco, così sintetizza: «Nosotros somos argentinos, nosotros somos tamben italianos, somos parientes (Siamo argentini, ma siamo anche italiani, siamo parenti)».

Un sentimento che Peppe Servillo riesce felicemente a far rivivere nel disco, raccontando storie di vita familiare vissute dai «Tanos» (diminutivo di napoletanos), avventure d’amore, memorie di usi, costumi e tradizioni. Riesce in questo intento anche in virtù della sua grande vena di artista abituato ai palchi teatrali: «Sono un cantante napoletano», sottolinea «da questo punto di vista pronuncio teatralmente le mie canzoni, ne curo la “messa in scena”. Questa è un tradizione anche argentina, infatti il modo che hanno i cantanti di quel Paese di narrare le storie raccontate nei testi delle canzoni è molto teatrale, io non faccio altro che assecondare questa tendenza. Nei testi si parla di ricordi anche se non in modo nostalgico, l’Argentina è il secondo Paese più italiano al mondo: lì la cultura europea si è riformata e ricreata».

Anche l’unione dei tre musicisti non è stata per nulla casuale. «Infatti, non va dimenticato», puntualizza Servillo «che siamo un gruppo di persone italiane e argentine e l’album rappresenta il nostro biglietto da visita per andare a fondo in questioni che ci riguardano molto da vicino».

«Siamo un gruppo irregolare e stiamo insieme da oltre dieci anni», dice Peppe «la nostra è una vita fatta soprattutto di concerti. Javier e Natalio sono due musicisti argentini che vivono in Italia da molto tempo, la loro esperienza in campo professionale è maturata soprattutto in ambito jazz, per quanto ci riguarda la realizzazione dei dischi è qualcosa che avviene più di rado rispetto ai concerti».


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