L’immagine che accompagna l’articolo (in alto) è un’opera di Federico Barocci, realizzata probabilmente sul finire del XVI secolo. Un’opera di grande fascino con molti personaggi: a destra Elisabetta, che va a trovare Maria dopo la nascita di Gesù, al centro Maria e il Bambino. Il piccolo Gesù riposa in una culla che Maria sta facendo dondolare dolcemente, mentre con la mano destra regge un piccolo libro, forse di preghiere, o chissà, di storie da leggere al suo bambino, e sorride ai nuovi arrivati. Dietro a lei sta in piedi Giuseppe, che solleva la tenda come per invitarci ad entrare. Ma non è solo Giuseppe ad invitarci… Elisabetta, infatti, ha portato con sé anche suo figlio, il piccolo Giovanni, di pochi mesi più grande di Gesù. Elisabetta lo sorregge e quasi lo spinge, ma Giovannino sa perfettamente chi è quell’altro bambino disteso nella culla, tanto che girato verso di noi ce lo indica col braccio disteso. Giovannino, il futuro Battista, porta addosso già i simboli di Cristo, «Ecce Agnus Dei», ecco l’Agnello di Dio, ed è accompagnato anche dal papà Zaccaria, che osserva attento la scena.
Dalla finestra aperta si vede un panorama sereno, prati e cielo di primavera, e un bellissimo palazzo. Il panorama è uno scorcio di Urbino nel 500, proprio la città di Barocci, e forse anche la stanza è quella di casa sua, simile a quella di tanti altri. L’artista ci proietta così in una dimensione quotidiana della Fede, semplice e felice, ricreando e facendo rivivere la bellezza della famiglia di Nazareth nella casa e nel cuore di ognuno di noi.
Infine la gatta, proprio lì, al centro del dipinto: distesa sulla veste di Maria con i suoi cuccioli, alza la testa verso i nuovi venuti, ma senza aggressività, senza timore, come per accoglierli anche lei… Un piccolo ma universale simbolo di maternità, di pace e amore universale, che dimostra come tutto il Creato partecipa e condivide la gioia del Natale. Un particolare così tenero e amorevole che questo dipinto ancor oggi è noto proprio come la Madonna della Gatta.
Annamaria Persico