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22 settembre 2022

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La Madonna della Consolazione di Reggio Calabria: storia, devozione e tradizioni secolari della festa più importante della città


La devozione verso la Madonna della Consolazione è molto sentita nella città di Reggio Calabria da moltissimi secoli, ed è la compatrona della città, riconosciuta dai reggini come avvocata nel quale appellarsi per chiedere delle grazie.

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Il quadro della Madonna è opera del pittore reggino Nicolò Andrea Capriolo nel 1547, su commissione di  un nobile  di nome Camillo Diano.

Il dipinto raffigura la vergine in trono che sorregge il bambino, alla sua  sinistra, si trova San Francesco con in mano la bibbia  e a destra San’Antonio di Padova, con in mano il giglio e il libro della scienza teologica, sopra di essi sono presenti due angeli che incoronano la Madonna.

Nel 1532 i frati cappuccini si trasferirono dove sorge l’attuale basilica dell’Eremo, qui sorgeva una cappella dedicata alla Madonna e al suo interno, si trovava una piccola effige proprio della Madonna della Consolazione. Fu proprio Diano a incaricare al Capriolo, la realizzazione di un quadro più grande vista anche la costruzione di una chiesa e del convento.

Nel 1577 una pestilenza flaggellò Reggio Calabria, si racconta che al frate Antonio Tripodi,  mentre si trovava davanti  al quadro a pregare, gli apparve la madonna che gli annunciò la fine della pestilenza.

Questo evento miracoloso, portò il popolo reggino in massa alla basilica dell’Eremo per ringraziare la Madonna dell’atto compiuto.

Infatti i reggini da sempre si sono appellati alla vergine della consolazione, soprattutto durante catastrofi naturali come i terremoti, che da sempre hanno colpito la Calabria.

Fra i tanti terremoti che si susseguirono e colpirono anche la città di Reggio Calabria, quello del 1683 colpì la Sicilia ma non la Calabria e per ringraziamento alla Madonna, venne portato il quadro in processione, dove in questa occasione vennero aggiunte: una cornice in argento data dai cittadini, due corone d’argento donate dall’amministrazione cittadina, un velo di raso color cremisi( colore simbolo della città)

La festività in suo onore  cade il secondo sabato di settembre e dura per quattro giorni, dove la sacra effige viene posta su una vara molto pesante e portata in processione dai portatori, dalla basilica dell’Eremo, che si trova nella parte alta della città, attraversando il centro città fino  al duomo, dove rimarrà fino a novembre per poi ritornare all’Eremo.

Il legame verso la devozione dei reggini alla Madonna della Consolazione, si rintraccia anche in un detto popolare che viene spesso recitato, soprattutto durante i giorni di festa e dici così: In tempu di guerra e di paci a festa da maronna si fici e si faci. Questo per rimarcare che in qualsiasi evenienza, la festa si deve fare.

Oltre all’aspetto religioso, c’è da sottolineare quello delle tradizioni popolari che caratterizzano questa festa.

Oltre alle famose bancarelle e ai famosi balli di tarantella che animano le vie cittadine, sono presenti anche aspetti culinari della tradizione reggina da poter assaggiare: come u paninu ca satizza( panino con salsiccia di maiale e peperonata) oppure le famose frittule, un piatto tipico reggino, composto da alcune parti del maiale, cucinato a fuoco lento per delle ore in un recipiente chiamato comunemente caddara.


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