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La riscoperta di Locri: indagini multidisciplinari della Sns di Pisa e dell’Ibam-Cnr nell’area sacra della città antica


Lo scorso 25 ottobre la Scuola normale superiore (Sns) di Pisa e l’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Consiglio nazionale delle ricerche, in stretta collaborazione con la Direzione del Museo e del Parco archeologico nazionale di Locri (Reggio Calabria), hanno dato avvio a un progetto di ricerca multidisciplinare con lo scopo di approfondire la conoscenza di una delle polis più importanti della Magna Grecia.

Il Parco, infatti, conserva un patrimonio inestimabile solo in parte conosciuto ed esplorato e la città antica è contesto archeologico e monumentale di rilevanza nazionale e internazionale che necessita di un costante intervento progettuale e di ricerca attraverso l’applicazione di specifiche indagini multidisciplinari.

La prima campagna di indagini ha interessato l’area del santuario di contrada Marasà in cui sorge il celebre tempio ionico edificato nella prima metà del V secolo a.C. che da tempo attende un migliore inquadramento nel contesto urbano della città antica, una rilettura della sua planimetria e, soprattutto, una più dettagliata conoscenza dell’area immediatamente antistante. Di interesse, inoltre, l’avvio delle ricerche nell’area del santuario arcaico di Casa Marafioti solo limitatamente indagata in passato.

Il team dell’Ibam che ha affiancato quello della Sns impegnato sul campo è intervenuto per realizzare una prima analisi contestuale delle aree archeologiche oggetto dell’intervento di ricerca e un inquadramento topografico preliminare attraverso il lavoro condotto da Giuseppe Cacciaguerra e Antonino Mazzaglia, ricercatori dell’Istituto che seguono le attività di ricerca sul campo, e da Salvatore Russo, Giovanni Fragalà, Samuele Barone, Danilo Pavone del Laboratorio di archeologia immersiva e multimedia dell’Ibam.

La prima campagna ha visto, anche, l’intervento di Giovanni Leucci, responsabile del Laboratorio di geofisica applicata ai beni archeologici e monumentali, e Lara De Giorgi, assegnista Ibam, che hanno effettuato una approfondita campagna di prospezioni geofisiche nelle due aree di Marasà e Marafioti, i cui risultati preliminari hanno già iniziato a mostrare un quadro archeologico e monumentale assai complesso e inaspettato dei due santuari greci.

«Per la prima volta, la Scuola normale superiore si avvale dell’Ibam Cnr per avviare un percorso scientifico e culturale unico nel sito archeologico e per il museo archeologico dell’antica Locri, in fattiva collaborazione con la direttrice del museo e del parco, Rossella Agostino», sottolinea Gianfranco Adornato, coordinatore scientifico del progetto Locri Epizefiri.

«Il Laboratorio di Storia archeologia epigrafia tradizione dell’antico, diretto da Andrea Giardina», continua Adornato «ha appena concluso delle indagini e ricerche archeologiche nell’antica città e nell’area sacra di Marasà, avvalendosi delle competenze e professionalità dell’Istituto, del personale del laboratorio stesso e di alcuni studenti del corso dottorale di Scienze dell’antichità e storia dell’arte della Scuola normale e dell’Università della Calabria. Durante la prima campagna di indagini (ottobre 2016) si è proceduto a rilevare le strutture sacre e templari, a georeferenziare l’area santuariale e a rivedere le precedenti planimetrie, non sempre affidabili».

«Il progetto archeologico congiunto», spiega Daniele Malfitana, direttore dell’Ibam Cnr «che vedrà a breve una prima anticipazione dei risultati in un workshop che organizzeremo a Pisa, sarà focalizzato su una nuova rilettura dell’area e una nuova cartografia che permetterà di riprendere gli studi del passato per programmare anche gli interventi di scavo futuri. Gli Istituti coinvolti, infatti, collaboreranno con la Direzione del Museo e Parco archeologico nazionale di Locri, per far diventare il sito archeologico un laboratorio per la ricerca dove studenti e allievi delle due strutture potranno specializzarsi grazie anche all’utilizzo di innovative metodologie di indagine e di acquisizione dati e presentazione dei risultati».

In queste settimane i due Istituti sono impegnati con i primi interventi e ricerche nelle aree interessate dalle anomalie individuate con le prospezioni geofisiche e con attività di telerilevamento e di topografia così da restituire una più precisa contestualizzazione dei dati archeologici acquisiti.
(Fonte: Cnr)


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