Mons. Renato Luisi
23 gennaio 2018
Mons. Renato Luisi

News Lamezia e lametino

La storia di Lamezia Terme: Il ruolo determinante del vescovo Renato Luisi


di Vincenzo Villella (articolo pubblicato su REPORTAGE n. 3/4 – 1/29 febbraio 2008)

Un ruolo determinante per la nascita di Lamezia Terme l’ha avuto la Chiesa nella persona del vescovo mons. Renato Luisi, trasferito dalla diocesi di Bovino (Foggia) a quella di Nicastro il 2 giugno 1963.

Il 29 ottobre dello stesso anno il sen. Arturo Perugini presentava alla Presidenza del Senato il noto disegno di legge per la unificazione dei tre Comuni di Nicastro, Sambiase e S. Eufemia. Un altro disegno di legge veniva presentato alla Camera dall’on. Salvatore Foderaro il 4 novembre.

Per 4 anni però tutto tacque e del progetto non parlava quasi più nessuno. Intervenne però nel 1967 un fatto nuovo a portarlo in luce e cioè il piano della Conferenza episcopale italiana per il riordinamento delle diocesi (già preannunciato sub secreto da Paolo VI il 23 giugno 1966 nella sua Allocuzione all’episcopato italiano).

Trapelata la notizia, l’Archidiocesi di Catanzaro con estrema sollecitudine approntava uno studio delle nuove circoscrizioni diocesane da attuare in provincia di Catanzaro.

Il piano «catanzarese», che porta la data del 29 novembre 1966, prevedeva tre sole circoscrizioni: Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia-Mileto. Scompariva la diocesi di Nicastro di cui si proponeva l’aggregazione a quella di Catanzaro. La giustificazione: Nicastro contava solo 35.000 abitanti e l’intera diocesi ne contava 160.000 (comprese tutte le parrocchie di Nicotera e Tropea che erano rette dal vescovo di Nicastro in amministrazione apostolica).

Il piano della Cei invece prevedeva diocesi di almeno 200.000 abitanti tutti all’interno della stessa provincia e grandi capoluoghi diocesani. Quella nicastrese ne aveva ben cinque in provincia di Cosenza e Nicastro non superava i 35.000 abitanti.

Il vescovo Luisi, venuto a conoscenza del piano che prevedeva la soppressione della sua diocesi, inviava subito un pro-memoria alla Commissione episcopale incaricata del riordinamento delle diocesi e una dettagliata relazione di ben 15 pagine.

Tra le altre motivazioni addotte a favore del mantenimento della diocesi nicastrese, il vescovo rendeva edotta la Commissione che «Nicastro città, che già ora conta 35 mila abitanti e ha tutto l’aspetto di un centro importante, tra qualche anno formerà un solo comune con Sambiase e S. Eufemia. Il progetto di legge presentato al Senato dal senatore Arturo Perugini nel 1963 sarà ripreso e approvato per ragioni evidenti».

La Commissione conciliare non tenne in nessun conto le osservazioni di Luisi e, con 28 voti favorevoli, 4 contrari e 8 astenuti, proponeva che la diocesi di Nicastro venisse aggregata in una grossa circoscrizione diocesana comprendente Catanzaro (capoluogo di diocesi), Crotone, Nicastro, Santa Severina e Squillace.

Luisi però non era stato con le mani in mano. Infatti, facendosi forte del sostegno del suo amico cardinale Carlo Confalonieri (che ne aveva voluto e caldeggiato il trasferimento dalla piccola diocesi di Bovino a quella più importante di Nicastro) nonché del suo amico personale on. Aldo Moro, interveniva direttamente a Roma perché venisse immediatamente ripescato il progetto di Perugini.

Ne parlava anche alla Radio Vaticana (nel programma «La mia diocesi») e in una udienza personale con Paolo VI. Il progetto Perugini, dopo 4 anni di silenzio, veniva tirato fuori e approvato in meno di due mesi sia al Senato (6-11-1967) che alla Camera (20-12-1967).

Avutane notizia in anteprima, Luisi si affrettava ad informarne immediatamente la commissione d’appello per il riordinamento delle diocesi e il Consiglio di presidenza della Cei.

«Gli eventi», scriveva «hanno superato la mia previsione. Non già fra qualche anno (come dicevo nella mia prima relazione), ma nel giro di pochi mesi il progetto di legge è stato approvato dalle due Camere. I tre Comuni sono già legislativamente unificati senza possibilità di ricorsi. Per l’esecuzione, dopo la firma del Presidente della Repubblica, si dovrà solo procedere all’elezione della nuova Amministrazione unita».

La diocesi di Nicastro era salva. Ora prendeva il nome della nuova città unificata: Lamezia Terme.


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