La storia dell’albero di Natale è davvero antichissima e si perde nella notte dei tempi, a quando le popolazioni di varie culture usavano ornare gli alberi con nastri, animaletti votivi, oggettini colorati, simboli del sole e dei pianeti che governano la vita, e di fiaccole e candele, che simboleggiavano le anime.
I culti arborei dei nostri antenati si svolgevano per onorare e invocare il favore degli dei attraverso l’albero del paradiso, o albero cosmico, nel periodo precedente al solstizio d’inverno, intorno al 21 dicembre.
L’abitudine di decorare gli alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti e tra i Vichinghi, nel periodo più buio e freddo dell’anno e il rituale serviva per chiedere al sole di ritornare. Si usavano per questo gli abeti, considerati magici perchè non perdevano mai le foglie, che venivano tagliati e portati in piazza o in casa dove venivano addobbati con frutti, usanza poi ripresa anche dai Romani i quali alle Calende di gennaio decoravano la propria abitazione con rami di pino.
L’albero ha sempre avuto una valenza cosmica anche nella Bibbia, dall’Albero della vita del paradiso terrestre all’albero della Croce. In particolare l’abete, già considerato sacro dagli Egizi in quanto legato alla nascita del dio Biblo, così come dai Greci, per i quali era simbolo della rinascita consacrato ad Artemide, fino al Cristianesimo, quando l’abete diventò simbolo di Cristo e della sua immortalità.
Anche se la Chiesa delle origini inizialmente ne vietò l’uso, sostituendolo con l’agrifoglio, simboleggiante la corona di Cristo con le spine e le bacche rosse come il sangue, nel Medioevo i culti pagani vennero comunque intesi come una prefigurazione della rivelazione cristiana, in cui l’albero significava sia la potenza della natura creata da Dio ma anche Cristo stesso, linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come il giardino di Dio sulla terra.
Pare che l’uso moderno dell’albero di Natale sia nato secondo alcuni a Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio attorno al quale giovani uomini e donne ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella, tradizione poi ripresa dalla Germania del XVI secolo.
Secondo altri il primo albero di Natale invece fu eretto a Basilea in Svizzera nel XIII secolo, ma certo è che dai culti arborei fino al Natale cristiano, il comune denominatore era la festa della comunità che una volta l’anno si ritrovava intorno al simbolo sempreverde per celebrare la vita e la rinascita.
L’albero di Natale entrò anche nelle case a partire dal XVII secolo e le candele poste sui rami erano già in uso nel XVIII secolo. Per molto tempo in Germania la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni di religione protestante a nord del Reno e furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi.
A Vienna l’albero di Natale apparve nel 1816, in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans, in Gran Bretagna invece a metà del XIX secolo, grazie al principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria, di origine germanica.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, dopo di che la moda si diffuse velocemente in tutto il paese, affiancandosi all’altrettanto tradizionale e italiano simbolo natalizio del presepe.
Ai primi del Novecento l’albero di Natale era già diffuso dall’Europa agli Stati Uniti, e prestò diventò un simbolo planetario delle feste natalizie, immancabile nelle case dei cittadini di tutto il mondo, status symbol e tradizione insieme dando luogo anche alla nascita di una vera e propria industria degli addobbi natalizi.
Annamaria Persico
