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11 novembre 2020

News

Lamezia Bene Comune: «Nomina Zuccatelli porta sbattuta in faccia ai cittadini calabresi. Gino Strada sarebbe inizio di un percorso nuovo»


Il vero “marchio infamante” addossato alla Calabria in questi giorni non è la dichiarazione di “zona rossa”, risultato di politiche sanitarie disastrose portate avanti nell’ultimo decennio ed esasperate negli ultimi mesi con la pandemia. Il vero “marchio infamante” è quello di una Calabria che, negli stessi giorni in cui tantissimi cittadini calabresi sono esposti al contagio e rischiano di non trovare un posto in ospedale, è al centro del dibattito nazionale per una situazione sanitaria disastrosa sotto tutti i punti di vista, dal piano etico al piano amministrativo, dove il diritto costituzionale alla salute dei cittadini è oggettivamente compromesso e dove ancora qualcuno al governo nazionale pensa sia sufficiente qualche “cambio di collocazione” per rimettere in piedi un sistema a pezzi.

In questo contesto, la nomina di Zuccatelli a commissario della sanità rappresenta l’ennesima “porta” sbattuta in faccia tanti cittadini calabresi che in questi giorni stanno chiedendo un cambio di passo netto, una discontinuità concreta e non a parole. I video circolati in questi giorni sono sicuramente inaccettabili, così come inaccettabili sono le giustificazioni a posteriori con salti di acrobata per tentare di cambiare la collocazione temporale di quelle pericolose dichiarazioni. Ma, oltre i video e le dichiarazioni, c’è una grande questione e una domanda: il governo vuole affrontare seriamente la questione Calabria o vogliamo andare avanti con la logica del gattopardo? Il governo e il ministro della salute vogliono porsi in ascolto del grido di disperazione dei cittadini calabresi o si va avanti con le solite vecchie logiche?

In queste ore, sulla stampa e anche da ambienti vicini alla maggioranza di governo, si fa strada l’idea di proporre Gino Strada come commissario ad acta. Certamente sarebbe, oltre che un segnale dirompente in una situazione al limite come quella della Calabria, un punto di partenza per un percorso veramente nuovo. Accanto al nuovo commissario, c’è urgenza di un metodo nuovo e di una squadra. Si coinvolgano i territori, le comunità locali calabresi con i loro rappresentanti, si valorizzino le competenze sanitarie e manageriali presenti nella nostra regione. Basta con logiche e metodi che hanno compromesso i diritti dei cittadini calabresi. I tempi sono strettissimi. La seconda ondata epidemica non ha ancora raggiunto il piccolo. Serve subito una squadra che metta insieme esperienze e competenze diverse e garantisca ai cittadini calabresi il diritto costituzionale alla salute. Il governo e il ministro della salute non siano sordi al grido di disperazione di tutta la società calabrese.

Lamezia Bene Comune


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