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30 maggio 2022

News Lamezia e lametino

LAMEZIA. Piccoli alunni della Ardito Don Bosco in visita al Mulino delle Fate


Lamezia Teme – I piccoli alunni della classe 5A plesso “Francica” dell’istituto comprensivo “Ardito Don Bosco” descrivono l’esperienza della visita al Mulino delle fate. “La parte finale del nostro anno scolastico, è un periodo da non dimenticare. Nel magico bosco delle fate, abbiamo visitato – raccontano – uno splendido mulino restaurato, rispettando la natura, da un giovane ingegnere lametino che vive in Svizzera con la sua famiglia ed è tornato a Lamezia Terme per amore verso la sua città. Proprio così, ha dichiarato l’ingegnere Fabio Aiello, parlando della lunga attività di ristrutturazione del vecchio mulino con la moglie Anna (che è anche lei ingegnere in Svizzera). È stato un atto di amore disinteressato verso la mia terra di origine, un modo per consegnare una parte della nostra storia alle future generazioni”.

“Il mulino – spiegano – si trova nella vecchia zona Nord di Nicastro, vicino ai resti del Castello Normanno Svevo, sulle sponde boschive del fiume Canne. L’ingegnere ha raccontato che tutto è nato da un sogno a cui ha voluto dare consistenza. Un amico ambientalista, Francesco Bevilacqua, conoscitore del luogo, aveva permesso a lui e alla moglie di vedere con l’immaginazione quelle che sembravano solo macerie, ma che in realtà erano delle rovine capaci di parlare. Dal racconto di Bevilacqua nacque un disegno che rappresentava l’immagine del mulino nel suo vecchio splendore, con la ruota che gira e il recinto con gli asini. Oggi il mulino è stato ricostruito e i bambini sono accolti all’ingresso dalla Fata Gelsomina, che cura il bosco insieme alle altre fate e che è rappresentata da una statua bellissima e colorata seduta accanto alla vasca del mulino”.

“La leggenda – aggiungono – narra, infatti, che la piccola Gelsomina, abbandonata dai genitori sulle sponde del fiume, era stata cresciuta dalle fate, per poi sposare il figlio del principe Carlo D’Aquino. Il marito, dopo le nozze, la rinchiuse per gelosia e lei chiese di nuovo l’aiuto delle fate. Così, per ricambiare l’amore che le era stato donato dalle fate, dimostrò grande. generosità verso gli abitanti del luogo, chiedendo che il mulino producesse farina per tutti, senza che nessuno macinasse il grano. A lei è stata dedicata una poesia, scritta dal Professore Francesco Polopoli. La fata Gelsomina è particolarmente cara alle donne, perché è il simbolo di tutte le donne vittime di violenza domestica che, ancora oggi, vivono in ogni parte del mondo subendo violenze fisiche e psicologiche che dobbiamo cercare di combattere sempre e dovunque. Un posto da fiaba, una storia da fiaba che però è sempre attuale e ci aiuta a riflettere sull’importanza dell’ambiente, del rispetto della natura, del rispetto degli uomini, delle donne e di tutte le creature”.

 


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