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13 febbraio 2024

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GIANGURGOLO, LA MASCHERA CALABRESE


di Antonio Ciappina

Nel 1618 l’attore Natale Consalvo recitava in teatro con una maschera che riportava un naso lungo, in testa un cappello a cono e in mano una spada, vestito con una camicia bianca e pantaloni a sbuffo a righe gialle e rosse, colori che rappresentano la corona aragonese e della città di Catanzaro.

Si perché la maschera di Giangurgolo pur essendo nata a Napoli è di origine calabrese quando nel 1596, nel convento delle suore di Santa Maria della Stella di Catanzaro, fu trovato un bambino al quale fu dato il nome di Giovanni.

Secondo la storia, Giovanni, mentre si trovava a caccia, cercò di salvare un nobile spagnolo dall’assalto dei briganti e costui, in segno di gratitudine, gli donò del denaro e delle indicazioni scritte in una lettera su come salvare la città calabrese dalla dominazione spagnola.

Da qui prende corpo la storia di Giangurgolo, il cui nome trae il suo significato da “bocca larga”, in riferimento ad un personaggio ingordo, spaccone e di tante parole.

Il nome si collega ad uccelli mal auguranti e notturni (gufi e civette) che, unito a Gianni, forma il nome Giangurgolo.

Giovanni, dopo l’investitura del nobile spagnolo di salvare la città dagli spagnoli, diede vita ad un teatrino ambulante dove metteva in ridicolo gli spagnoli e movimentare la rivolta cittadina contro di essi.

Questo però gli costò una dura persecuzione, dovette fuggire in Francia e, al suo ritorno a Catanzaro, colpito di peste morì.

La maschera di Giangurgolo rappresenta un uomo sfacciato, ruffiano e spaccone mostrandosi forte con i deboli e debole con i forti.

La maschera è nata come caricatura degli spagnoli; bravi soltanto a parlare, arroganti e dediti all’ingordigia, tutte caratteristiche che all’interno della commedia teatrale portano comicità e divertimento, invece nella realtà sarebbero più che altro difetti personali.

In Calabria Giangurglo si diffuse intorno al XVII sec per ridicolizzare i dominatori spagnoli oramai decaduti. Nel reggino Giangurgolo ha delle varianti e il suo nome cambia in Zanni, termine che viene usato per fare scherzi.


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