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29 luglio 2019

News Lamezia e lametino

Lettera aperta al Vescovo di Lamezia Terme


Riceviamo e pubblichiamo:
«Reverendo Monsignore,
Voglia accogliere i sensi delle mie rispettose considerazioni in ordine al problema di seguito enunciato.
Questa mattina un giornale online informava, in ordine alla processione di Rita da Cascia, la Santa “dei casi impossibili” che oggi, nell’attraversamento della frazione Gabella, si sarebbe trovata al cospetto, all’imbocco del rione Matacca, di un cumulo di rifiuti di ampio assortimento: dal vecchio televisore dismesso alla sacca di liquido ematico, sfuggito, non sappiamo perché, a qualche, forse non più necessaria, pratica trasfusionale, ai pannoloni e ai pannolini utilizzati da anziani e bambini lasciati per settimane a fermentare accanto ai cassonetti ridondanti di materiale ingombrante e dell’immancabile irrespirabile percolato. La società Multiservizi s.p.a., che smaltisce i rifiuti nella nostra città, la sera prima aveva provveduto a rimuovere, nelle vicinanze, un altro cumulo di rifiuti, ormai in questa frazione, ma anche in altri punti della città, da considerare pericolosamente stanziali. Il cumulo che ha invaso parte della corsia di accesso al rione Matacca, dove sarebbe passata la Santa Rita, è rimasto lì inviolato ad offrire, agli emigranti di ritorno e agli avventori occasionali devoti alla Santa, uno spettacolo di colpevole inefficienza da parte di chi ha la responsabilità politica ed amministrativa di pensare alla sicurezza dei cittadini, pulendo le strade e non, prevalentemente, additando attentatori improbabili al nostro, si fa per dire, quieto vivere. Eccellenza, il miracolo che, abbiamo invocato alla Santa dei”Prodigi”, in questo 28 luglio di festa, faceva affidamento alla trasformazione, al Suo passaggio, del cumulo di rifiuti in un tappeto delicato di rose profumate. Nulla di tutto questo anche se un miracolo si è avverato: quella fila di devoti, giovani e meno giovani, che ha accompagnato la Santa non ha sentito nulla al di fuori del profumo di una comune appartenenza.
Nel ringraziarLa per l’attenzione che, ne sono sicuro, non mancherà di manifestare alla mia preoccupata riflessione, colgo l’occasione per salutarLa devotamente
Fiore Isabella
Comunità di Gabella»


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