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28 maggio 2020

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Lockdown/Social – L’urban exhibition firmata Ischia Street Art con un’interactive performance di Salvatore Iacono. 30 maggio – Forio (NA)


Sabato 30 maggio dalle ore 10, a Forio d’Ischia, andrà in scena Lockdown/Social, il nuovo intervento urbano firmato Ischia Street Art.
L’ urban exhibition, presentata da un testo critico del celebre street artist inglese Bansky si basa sull’ interactive performace di Salvatore Iacono che posizionerà, lungo tutto il traforo di via G. Genovino, nel suggestivo panorama della chiesetta del soccorso di Forio, una serie di pannelli dipinti per l’occasione da Mimmo Di Caterino.

ISCHIA STREET ART GALLERY
Ischia Street Art Galleryè il primo modello di galleria d’arte interattiva per il sociale al mondo, uno spazio underground dedicato a espressioni, cultura e concetti di arte urbana, un centro privato ma aperto a tutti che diviene luogo di riflessione, di provocazione senza censure, di dialogo, perché no, di conflitto aperto e addirittura strumento di rieducazione civica.

Come in epoca preistorica gli artisti usufruivano di superfici naturali, realizzando graffiti e pitture rupestri rituali e propiziatorie, così gli artisti che operano in questa galleria plurivalente usufruiscono delle pareti e dell’ambiente architettonico esterno ed interno come di superfici urbane in una sorta di “guerrilla art” per divulgare messaggi, opere e progetti dai contenuti “extra strong”, che raccontano, focalizzano fenomeni e temi sociali come l’inquinamento, l’ambiente, la sostenibilità, la politica, le religioni, il razzismo, la violenza contro persone ed animali, mettendo a nudo le contraddizioni della società contemporanea.

Uno spazio espositivo che supera il concetto di galleria d’arte anche perché il visitatore non è più un’ombra vagante e sconosciuta che conserva e porta via con sé le proprie emozioni, ma viene coinvolto in prima persona e da elemento passivo diviene attivo avendo la possibilità di “taggare” direttamente sulle superfici già utilizzate dagli artisti una traccia delle sue impressioni, esprimendo la propria creatività con la stessa immediatezza di una scritta-simbolo-messaggio che si può trovare nei bagni delle scuole, nelle gallerie e sui treni delle metropolitane, in certi posti meno esposti alla vista di tutti come sottopassaggi, stazioni ferroviarie, pareti delle celle delle prigioni, addirittura su alcuni monumenti o all’interno di edifici storici. In maniera civile o incivile la gente tende ad apporre un segno, una testimonianza del proprio passaggio o a dichiarare le proprie sensazioni di un momento particolare persino sulla corteccia degli alberi. Da questo istinto ancestrale di comunicazione, in fondo, è nato il writing, il graffitismo e in ultimo la street art, e allora, perché non farlo in una galleria rendendola il “latore” autorizzato di un messaggio creativo?I.S.A.G. intende presentare l’opera d’arte intesa non più come mera rappresentazione di una ricerca estetica o di espressione formale e neanche più come oggetto di speculazione di mercato e di investimenti finanziari, bensì veicolo di divulgazione diretta, manifesto di sdegno, di satira, di ironia, denuncia, strumento di militanza artistica nelle problematiche del sociale.Centro d’arte, luogo multioperativo non autorizzato, non ufficializzato da etichette o marchi commerciali e politici o di stato e quindi non strumentalizzabile I.S.A.G. nasce come percorso di idee e di emozioni. Promuove mostre, eventi, performance, tra cui un festival dedicato al Graffiti Writing ed alla Street Art nazionale ed internazionale che coinvolge in maniera esperienziale e creativa appassionati, gente del posto, turisti, studenti e bambini.Altra particolarità di questa galleria è che si sostiene economicamente grazie alle offerte spontanee dei visitatori (a partire da 1 Euro), a donazioni (coordinate bancarie per bonifici IT92V0200839880000105187923), alle sovvenzioni o alle sponsorizzazioni finalizzate alla realizzazione di progetti esterni e grazie alla vendita diretta in galleria della grafica degli artisti presenti a prezzi molto popolari.

Lockdown/SocialL’arte è solo linguaggio(Testo critico di Banksy)
L’arte nei Musei, nelle gallerie, negli spazi privati ha sempre avuto a che fare con il distanziamento sociale. Musei e gallerie private non sono mai stati spazi realmente dialettici e didattici: file chilometriche, addensamenti umani nei confronti di lavori dall’alta riproducibilità industriale e digitale e capolavori ignorati o abbandonati in magazzino. L’arte è sempre stata linguaggio e il linguaggio di un artista è sempre stato una questione stilistica di posizionamento. Il Covid-19 è però stato molto democratico nell’arrestare i processi linguistici di trasmissione dei linguaggi dell’arte contemporanea, ha arrestato gallerie private, Musei pubblici e case d’asta, nella stessa misura in cui ha arrestato public artisti, street artist e writer. Mimmo Di Caterino non un artista al quale è facile dare etichette, sicuramente non è un artista da Museo, ogni qualvolta è stato invitato a fare degli interventi in Musei pubblici (non pochi) ha fatto sempre in modo di non esserci e che gli spettatori su sua autorizzazione potessero prelevare i suoi pezzi, smontare la sua mostra e portarsela a casa, per poi ricondividerla via social network con un’utenza più ampia tramite selfie. Mimmo Di Caterino non è un artista da galleria, non considera il suo linguaggio un prodotto ma un processo, e anche quando ha esposto in galleria (non in poche gallerie) ha fatto in modo di non esserci e che il pubblico si portasse via il suo lavoro a costo zero evitando qualsiasi finalità di lucro da parte del gallerista. Non è neanche un public artista, un writer o uno street artist in senso classico, anche se qualcuno ha cominciato a collezionare il suo lavoro trovandolo installato e posizionato in qualche angolo di strada o passeggiando al mare. Mimmo Di Caterino è linguaggio dell’arte con stile, lui si definisce artivista, termine ispanico che connette l’artista e l’attivista in un’unica figura. Il suo campo d’azione è quello della rivendicazione del ruolo sociale, culturale, intellettuale, operaio e lavoratore dell’artista, i lavori che presenta per la “Street Art Gallery” di Ischia di Salvatore Iacono, sono il frutto dei suoi sessanta giorni agli arresti domiciliari determinati dal Covid 19, testimonianza diretta che se si può arrestare un artista, non si può fermare il suo linguaggio elevato a ricerca.

Banksy Art is just language(Critical text by Banksy)
In museums, galleries and private spaces, art has always had something to do with social distancing. Museums and private galleries have never been truly dialectical and didactic spaces or kilometric queues, human thickening in front of works with high industrial and digital reproducibility and ignored masterpieces.Art has always been a language and the language of an artist has always been a stylistic issue of positioning.Nevertheless, Covid-19 has been very democratic in arresting the transmission processes of contemporary art languages, stopping private galleries, public museums and auction houses, as well as public artists, street artists and writers.Mimmo Di Caterino is not an easily labeled artist, definitely he is not a museum artist. He doesn’t consider his language a product but a process. Whenever he was invited to exhibit in public museums (not a few) he always made sure he wasn’t there and the public, on his permission, could pick up his pieces for free and take them home, and then share them on social networks with a wider audience.He’s not even a public artist, a writer or a street artist in the classical sense, even if someone started collecting his works by findingthem installed on some street corner or walking by the sea. Mimmo Di Caterino is a language of fine art, he calls himself an “artivist”, a Hispanic term that connects the artist and the activist in a single figure.His field of action is to claim the social, cultural, intellectual and laboring role of the artist. The works he shows at the “Street Art Gallery” of Ischia, run by Salvatore Iacono, are the result of his sixty days in lockdown due to Covid-19. The proof that if you can arrest an artist, you can not stop his language elevated to research. Banksy


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