Milano, Manifestazione No TAV e No Expo
28 giugno 2016

Prima pagina

No Tav. Condannata a 2 mesi per aver usato il «noi partecipativo» nella sua tesi di laurea. Fnsi e Sindacato Giornalisti Veneto: «Censura inaccettabile»


Il Tribunale di Torino ha condannato una ex studentessa di antropologia di Ca’ Foscari a due mesi di carcere con la condizionale per concorso morale in violenza aggravata e occupazione di terreni. Sul tavolo degli imputati il contenuto della sua tesi di laurea conseguita a Venezia nel 2014 dal titolo Ora e sempre No Tav: identità e pratiche del movimento valsusino contro l’alta velocità.

Questa volta non parliamo di giornalisti, alcuni dei quali pure sono stati di recente condannati per il loro lavoro in Val di Susa. Né dello scrittore Erri De Luca, forse il volto più noto delle vicende giudiziarie legate al tanto contestato cantiere, processato e poi assolto per il reato di opinione.

Questa volta a finire sotto il martello del giudice è una studentessa universitaria, Roberta Chiroli, 29 anni, la cui colpa è stata quella di seguire una manifestazione del movimento NoTav e di aver raccontato quel che ha visto usando nella sua tesi di laurea, come ha scritto il pm nella requisitoria, il «noi partecipativo».

I fatti risalgono al 2013. La studentessa dell’ateneo Ca’ Foscari di Venezia, insieme ad una dottoranda dell’Università degli studi della Calabria, segue una manifestazione di attivisti e di ritorno dal corteo entrambe vengono identificate dalla polizia.

Sulla base di quelle identificazioni il sostituto procuratore di Torino Antonio Rinaudo indaga sia la laureanda che la dottoranda ed entrambe vengono poi rinviate a giudizio. Mercoledì scorso, il gup Roberto Ruscello ha condannato la prima e assolto la seconda.

Tutto questo è inaccettabile perché ha a che fare con la libertà di espressione. E con la libertà di manifestare. È assurdo che si possa essere condannati per aver scritto una tesi di laurea, tanto più se i fatti dimostrano l’estraneità dell’autrice a ogni reato.

Essere presenti dove si svolgono i fatti è un tratto essenziale del lavoro dei giornalisti, come lo è del lavoro di uno studioso che voglia approfondire con rigore il tema della sua analisi. Ma se si parla di No Tav evidentemente non c’è diritto che tenga.

Il Sindacato Giornalisti Veneto aderisce all’appello lanciato da il Manifesto: inviare una mail ad: appelloricerca@gmail.com


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