L’idea del premio è quella di innescare, o contribuire a creare, reazioni a catena nella comunità che spingano i singoli a vedere nell’impegno per la difesa dei diritti umani la base di ogni forma di dialogo. Claudia Fauzia, meglio conosciuta come “Malafimmina”, è impegnata in un progetto che vuole recuperare le storie femministe, e in generale di soggetti marginalizzati e oppressi del Meridione, ma vuole rivendicare pure l’esistenza di un femminismo siculo diverso dal femminismo mainstream nazionale. “Ho creato questo account di Instagram nel 2020 in piena pandemia, adesso l’obiettivo è realizzare incontri live per denunciare che all’interno del femminismo non si parla quasi mai di includere la questione meridionale nelle discussioni sulla marginalità”. Nella sua pagina Instagram Claudia Fauzia fornisce riferimenti, suggerisce strumenti e strategie sul senso profondo di essere minoranza, e sottolinea il potenziale generativo della differenza.
La storia dello pseudonimo è esemplificativa. Quando ha deciso di creare il progetto, nella testa le risuonavano i proverbi antichi: uno di questi era bona fimmina è chidda ca non parla, la buona femmina è quella che sta zitta. “E siccome io non voglio essere come una delle tante donne zittite che ho visto nella mia vita – spiega -, incapaci di esprimere un’opinione oppure incapaci di affermare la propria conoscenza di un argomento, volevo contraddistinguermi, sottolineare che non sono mai stata zitta, soprattutto quando sapevo di sapere le cose. È un posizionamento politico: essere malafimmina, cioè recuperare e rivendicare il mio diritto di parola”.