Contro il randagismo e la sofferenza dei nostri amici a quattro zampe si può fare di più. I controlli sono pochi, l’informazione è scarsa e le politiche e i servizi per gli animali sono ancora troppo disomogenei o addirittura ignorati. Legambiente interviene così nel dibattito sul randagismo, riacceso ieri dal deputato Michele Anzaldi, e propone dieci azioni utili a contrastare il fenomeno degli abbandoni e a contribuire alla crescita della corretta gestione degli animali d’affezione a vantaggio del nostro e del loro benessere.
«Del randagismo si continua a parlare troppo poco e quasi solo in tristi fatti di cronaca», commenta la presidente di Legambiente Rossella Muroni «La questione, invece, ha urgente bisogno di un cambio di passo da parte delle istituzioni. E’ evidente che le politiche del settore in Italia, dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive, devono uscire dalla fase pionieristica e trasformare le buone pratiche in patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese. Crediamo che solo unendo gli sforzi di tutti i soggetti pubblici e privati e armonizzando le politiche nazionali e locali si potrà finalmente risolvere una questione economica rilevante e costruire una realtà che rispetti il benessere animale e non sottovaluti l’importanza relazionale e affettiva con gli animali».
Nei canili italiani, secondo le stime ufficiali, dovrebbero esserci circa 750 mila cani che aspettano di essere adottati, con notevoli costi di gestione per gli enti locali. Anzaldi, intervenuto con una lettera al sottosegretario al ministro della Salute, Vito De Filippo, contenente una serie di proposte per far fronte al problema, ha avanzato l’idea di una tassa per i cani non a riproduzione che non siano sterilizzati e quella che l’Anci valuti di istituire un tavolo per arrivare a una regolamentazione omogenea su base nazionale, per evitare che ogni Comune (ma anche ogni Regione) dia una risposta diversa al problema. Il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani (Anci), Piero Fassino, si è detto pronto a rafforzare il lavoro di coordinamento tra enti locali per l’implementazione delle norme vigenti, istituendo anche un Tavolo che faciliti l’elaborazione di linee guida che permettano l’armonizzazione dell’attuazione concreta di quanto previsto dalla Legge 281/1991.