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15 dicembre 2015

News

Renzi alla Leopolda mette alla berlina i giornali scomodi. Il biasimo della Fnsi


«Mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi. L’iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di redigere la classifica di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime pagine dei giornali italiani, qualifica chi l’ha proposta e si inserisce nella peggiore tradizione della politica italiana». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.

L’infelice sortita del presidente Renzi suscita il biasimo del segretario generale della Federazione della Stampa, che osserva come «dall’editto bulgaro di Berlusconi alle scomuniche di Beppe Grillo, fino ad arrivare all’ultima sortita del presidente Renzi, solo per restare ai casi più recenti, c’è un filo rosso che attraversa trasversalmente la politica italiana: l’avversione alla stampa non allineata al potere in carica».

Additare giornali e giornalisti non allineati non impedirà la libera circolazione delle idee e non impedirà certo alla stampa di svolgere il ruolo che la vita democratica di ogni Paese civile le assegna.
«Politici e governanti devono farsene una ragione: una stampa libera», incalza il segretario Lorusso «è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo. Va comunque tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica, evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie. Sui temi della libertà di espressione e del diritto di cronaca il sindacato dei giornalisti italiani continuerà a denunciare tutti i tentativi di intimidazione, senza accettare lezioni da qualche improvvisato difensore della libertà di stampa a giorni alterni, soprattutto se è lo stesso che ha dato il nome ad una legge che ha devastato il sistema radiotelevisivo pubblico e privato di questo Paese».

Ai colleghi dei giornali messi alla berlina dal presidente del Consiglio, il segretario Lorusso indirizza «la piena solidarietà della Fnsi, insieme con l’invito a continuare la propria attività di ricerca e di pubblicazione delle notizie nel rispetto della verità dei fatti».


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