Inizia male il tour elettorale di Salvini in Calabria. A dieci giorni dalle elezioni regionali il leader della Lega arriva a Lamezia atteso sotto il palco dai seguaci calabresi ma anche da tanta gente, dapprima radunata in piazza Mercato Vecchio, che al momento opportuno si è recata verso il palco allestito nel vicino Corso Nicotera. Fischiando e cantando Bella Ciao, la piccola folla si è fermata quindi davanti al cordone della polizia e ha continuato a contestare pacificamente fino alla fine del comizio.
Tra le palme del corso Nicotera erano raccolte almeno trecento persone, forse di più, che allo sguardo dei presenti apparivano più numerosi dei fans del capitano. Presenti tanti giovani, sinistra storica, moltissimi semplici cittadini e cittadine, nessuna bandiera ma tanti striscioni e cartelli: Lamezia non si lega, Salvini gennaio in Calabria è il mese del porco, Salvini non sei malato, solo figlio sano del patriarcato, Mattè Maria ti guarda, Chi mu t’ingruppa sta Nutella.
Dodici minuti di comizio, soliti argomenti: «prima i calabresi» che devono avere la «sanità come quella del Friuli» e «non sono mafiosi». La musica a palla che esce dagli amplificatori non impedisce però di sentire fischi, urli e canti dei contestatori e il capitano sbotta contro i «figli di mamma e papà che non hanno ricevuto educazione», «andate a fischiare Renzi e Zingaretti» e indica come soluzione la leva obbligatoria. Il leader della Lega chiude la serata a Lamezia, prima tappa del tour calabrese, con un «mettetevi in fila a destra» e un’ora di selfie.
N.A.