Oggi 29 aprile si festeggia Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi, e patrona d’Europa insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce.
Santa Caterina inoltre è stata la prima donna, assieme a Santa Teresa d’Avila, ad aver avuto il titolo di dottore della Chiesa Universale, titolo finora attribuito a sole 33 persone come riconoscimento alle loro riflessioni teologiche.
Santa Caterina da Siena fu canonizzata da Pio II nel 1461, nel 1866 fu dichiarata compatrona di Roma da Pio IX e dal 1947 è patrona delle infermiere della Croce Rossa.
A Siena è anche patrona delle contrade dell’Oca, nel cui territorio si trova la sua Casa, e del Drago, dove è ubicato il Santuario di San Domenico che frequentò assiduamente.
Caterina Benincasa, conosciuta come Caterina da Siena, nacque a Siena il 25 marzo 1347 e morì a Roma il 29 aprile 1380 a soli 33 anni. Ventitreesima figlia del tintore Jacopo Benincasa e di monna Lapa Piacenti, fin da piccola Caterina frequentò i frati Predicatori della basilica di San Domenico, poco distante dalla sua casa, ed ha una vita interiore già molto intensa.
Entrò giovanissima nelle Mantellate o Terziarie domenicane, donne che si dedicavano ad opere di carità e si raccoglievano in preghiera ogni giorno nella Cappella delle Volte, nella basilica di San Domenico. Amò la verginità consacrata al celeste sposo, Cristo Gesù e fu dotata dal Signore di eccezionali grazie mistiche, tra le quali il mistico sposalizio e le sacre stigmate.
Definita messaggera di pace e anche mistica della politica, fu senz’altro una donna dal carattere eccezionale. Del tutto priva di istruzione, imparò a leggere da sola e più tardi a scrivere. Non certo favorita all’epoca dal suo stato femminile, Caterina fu capace di esercitare grande influenza sui potenti del tempo, spesso ricevuta dal papi e re di tutta Europa, e seguita da molti discepoli illustri.
Non avendo studiato dettava le sue numerosissime lettere, e i suoi trattati, tra i quali l’importante Dialogo della Divina Provvidenza, toccando tutti i punti della teologia: la Trinità, Gesù Cristo, la Chiesa, i sacramenti, il sacerdozio, i religiosi, la famiglia, la vita spirituale.
Il nome Caterina si festeggia non solo il 29 aprile ma anche in altre date, perchè tante sono state, dopo la compatrona d’italia, le sante che si chiamavano così. Le origini di questo nome del resto sono antichissime, misteriose e affascinanti. Le prime notizie risalgono al VII secolo, e riguardano santa Caterina d’Alessandria, martire cristiana vissuta nel IV secolo il cui culto, originatosi in Egitto e giunto in Siria, arrivò in Europa occidentale grazie ai crociati che nel X secolo contribuirono alla diffusione.
Il nome viene spesso correlato al termine greco katharos, forma ripresa nel tardo latino, che significa puro, sincero, ma altre ipotesi ne danno un’origine ancora più antica, da Hekaterine, contenente il nome della dea greca della magia Ecate, o anche una forma ellenizzata di un ignoto nome egizio, riferito alla dea Heket.Questo potrebbe spiegare il fatto che Caterina è sempre stato un nome esclusivamente femminile.
In ogni caso, la diffusione del nome Caterina in Italia è molto ampia in tutte le regioni ed è particolarmente popolare in Calabria. Nel XX secolo è stato il tredicesimo nome per diffusione nella penisola, anche se nel XXI secolo è sceso al trentesimo.
Annamaria Persico (articolo già pubblicato su Reportage il 29 aprile 2020)
