Sarebbe un errore riaprire tutto in maniera frettolosa. “Sono stato accusato di essere ultrarigorista e di chiudere tutto. L’Italia, dopo il primo lockdown, ha provato a leggere quello che succede su ogni territorio e valutare le misure sulla base del quadro epidemiologico. L’Italia tra marzo e aprile è stata quasi tutta rossa e ora ci sono le condizioni per far passare alcune regioni in arancione. Abbiamo scelto tra marzo e aprile di non avere zone gialle per contrastare la variante inglese. Ora, nella seconda metà della primavera, puntiamo sulle misure che sono riuscite e piegare la curva -da 3 settimane l’indice Rt si abbassa- e puntiamo sulla vaccinazione. Abbiamo bisogno di attenzione e gradualità, senza bruciare le tappe e senza vanificare i sacrifici”, dice Speranza.
L’uscita dal tunnel è legata soprattutto alle vaccinazioni. “Negli ultimi 3 giorni abbiamo somministrato 300.000 dosi al giorno, è solo l’inizio di una fase di accelerazione. Non c’è dubbio, avremmo voluto tempi più rapidi. Ma mi sento di affermare il contrario rispetto a chi dice che sia stato un errore acquistare a livello europeo. Abbiamo deciso di acquistare insieme, forse i contratti potevano essere costruiti con maggior accortezza e la Commissione poteva essere più veoce. Ma non penso che il ‘tutti contro tutti’ sarebbe stata la soluzione: fare meglio non significa fare da soli, l’idea di acquistare insieme era giusta. Nelle prossime settimane continueremo ad acquistare insieme, correggendo gli errori commessi”, afferma.
Capitolo AstraZeneca: il vaccino, dopo rari casi di trombosi successive alla somministrazione, ora viene raccomandato per gli over 60. “AstraZeneca è un vaccino efficace e sicuro. Il premier Draghi e il commissario Figliuolo si sono vaccinati con AstraZeneca Sono convinto che questo vaccino sia ancora un’arma importante a disposizione. E’ un vaccino che funziona e salva la vita, come dimostra l’esempio della Gran Bretagna. Mi auguro si possa dare maggior certezza all’opinione pubblica: ogni persona che si vaccina fa bene a se stesso e fa bene alla comunità”, dice il ministro. L’ultima ordinanza del generale Figliuolo, commissario per l’emergenza covid, ha evidenziato che la priorità nelle vaccinazioni spetta ai soggetti anziani e fragili. “I piani che abbiamo approvato erano sempre vincolanti per tutti. Sin dal 2 dicembre, quando sono stato per la prima volta in Parlamento per comunicare il piano, avevamo indicato 3 categorie: personale sanitario, ospiti e lavoratori delle Rsa, persone con più di 80 anni. Quella comunicazione diede un impianto che io ancora oggi ritengo giusto. Il vaccino AstraZeneca, però, quando è stato approvato era utilizzabile per le categorie più giovani e abbiamo deciso di usarlo per alcune categorie, compreso il personale scolastico. Chi ha ricevuto la prima dose AstraZeneca, riceverà anche la seconda”, dice il ministro.