«In piena facoltà, egregio Presidente, le scrivo la presente che spero leggerà». Voglio iniziare con una citazione musicale, tanto per restare in tema, questo che per quel che mi riguarda è l’ultimo intervento sulla questione Settembre al Parco, che rischia di diventare una telenovela.
Non potevo esimermi dal farlo visto che lei, nella conferenza stampa tenutasi martedì nei saloni della Provincia di Catanzaro, ha ritenuto opportuno, su specifica domanda che mi riguardava, dire le sue. Non potevo sottrarmi soprattutto alla luce delle sue dichiarazioni che hanno bisogno, da parte mia, di precisazioni che altrimenti mi farebbero correre il rischio di lasciarle un’ultima parola che ha delle imprecisioni di non poco conto.
A tale proposito citerò le sue dichiarazioni e metterò le mie puntualizzazioni. Precisazioni che faccio solo ed esclusivamente perché lei parlava davanti ai giornalisti e non sarebbe giusto lasciarli nel dubbio. Lei dice di avermi incontrato due volte e chiama a testimoniare le telecamere ma dimentica di dire, o forse si sono dimenticati di dirle, che io nel 2015, in Provincia su appuntamento ci sono venuto 3 volte (può chiedere alle telecamere) due volte a vuoto (non l’ho trovata perché aveva avuto un impegno imprevisto e nessuno si era preso la briga di informarmi) e la terza ci siamo incontrati.
Prima di quell’incontro avevo richiesto altri colloqui, che non mi sono mai stati concessi, ed è stato solo grazie all’intervento di un «accompagnatore» che aveva fissato un appuntamento che io ho avuto il piacere di interloquire con lei. In quell’occasione, se ben ricorda, non abbiamo parlato della primogenitura di Settembre al Parco ma eravamo rimasti d’accordo che lei, prima di decidere, mi avrebbe convocato per avere anche delle mie proposte. Inutile dire che così non è stato.
Nel 2016 ho provato a contattarla più volte tramite la sua segreteria senza ricevere nessun cenno e nessuna chiamata tanto è vero che, per poterla incontrare, è intervenuto nuovamente «l’accompagnatore» a cui lei ha concesso un nuovo appuntamento questa volta a Lamezia e non in Provincia.
Riepilogando quindi, la seconda volta in cui lei ricorda di avermi incontrato è stata a Lamezia davanti all’istituto per geometri e non a Catanzaro. In quella occasione, poiché la stavano attendendo, rapidamente mi ha detto che era stato già tutto deciso, promoter e artisti, e che avremmo dovuto risentirci per il prossimo anno.
Questi, per la precisione, sono i due incontri a cui lei fa riferimento. Continuando la conferenza stampa di martedì lei, riferendosi alla mia richiesta di accesso agli atti, parla «di patologia innata dei calabresi per la polemica a tutti i costi» ma le chiedo: ci sarebbe stata quella che lei chiama polemica e che io chiamo difesa di un progetto se lei avesse tenuto conto di come nasce e di come ci si possa sentire quando quel pensiero viene sfruttato per uso e consumo di altre persone che con esso non avevano mai avuto nulla a che spartire?
Continuando dice che, mentre nelle precedenti edizioni Settembre al Parco era stato organizzato con fondi della Provincia, «quest’anno è stato realizzato un progetto con fondi regionali e di privati» per cui si capisce che la Provincia non ha messo soldi. I suoi avvocati e quelli della Regione dicono che la mia pretesa è stata una «boutade» perché il nome appartiene a chi paga e non a chi organizza anche se lo stesso ha avuto l’idea primaria.
Domanda: poni caso che, in un futuro prossimo, coloro i quali quest’anno hanno messo i fondi decidessero di presentare in prima persona il progetto per farselo finanziare dalla Regione escludendo la Provincia, gli stessi avvocati che oggi hanno questa certezza nei miei confronti a che cosa si attaccherebbero per dimostrare le vostre ragioni? Se fosse vero quello che dicono, per effetto della proprietà transitiva, il progetto sarebbe automaticamente in mano di chi ha pagato per questa edizione. Sbaglio?
Un’altra cosa che lei dice è che la rassegna di quest’anno si chiama Settembre al Parco Natur’Art ma le chiedo ancora: se ne sono accorti in Regione? Perché se così fosse salterebbe la storicizzazione minima dei 3 anni richiesta nel bando non essendoci mai stata una manifestazione con questo nome. Poiché però sono convinto che un errore di questo genere Lei non lo abbia fatto mi è facile credere che nel bando, molto finemente, abbiate messo solo Settembre al Parco per garantirvi il finanziamento.
Concludendo la sua conferenza stampa, nella parte che mi riguardava personalmente, lei si dice disponibile ad incontrarmi per la prossima edizione e «che le porte sono aperte» se fatto però «in tempi utili».
Lo scorso anno io ho cominciato a chiederle degli incontri a partire da inizio febbraio ma non hanno sortito alcun effetto; quest’anno vorrà dire che, per essere in tempo, manderò una mail in provincia, alla sua attenzione, durante il cenone di Natale e chissà che magari non avvenga il miracolo e che dietro «le porte aperte» io non riesca finalmente a trovarla senza il bisogno di «accompagnatori».
Sempre ammesso che il prossimo anno ognuno sia al suo posto, nella similitudine dei ruoli, lei come Presidente della Provincia ed io, più modestamente, come presidente dell’associazione. Perdoni le domande ma come lei ben comprenderà, le domande vengono fatte per avere delle risposte. Io sto ancora aspettando le sue e, pur convinto che non arriveranno mai, per me la querelle di comunicati finisce qui mentre stia sicuro che per il resto andrò avanti.
Nel frattempo se le fa piacere può venire, istituzionalmente, a visitare il Parco Avventura Sorvolandia situato nella Pineta di Lamezia Terme, in una zona recuperata al degrado urbano, e rendersi così conto della bella realtà creatasi in provincia. Grazie per l’attenzione.
Giacinto Lucchino
