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3 gennaio 2019

News Lamezia e lametino

Soveria Mannelli: investita, non c’è l’ambulanza e viene portata in barella al Pronto Soccorso da volontari a piedi sotto la pioggia


Una famiglia di Lamezia, giunta in un noto esercizio commerciale della città su viale Rubettino, si è vista protagonista di un fatto spiacevole, quando la moglie, una sessantenne, per raggiungere un bar dal lato opposto della strada è stata investita da un’automobile. La signora si è subito accasciata a terra dolorante, mentre incombeva un acquazzone.

Subito è stato chiamato il 118 che però non era in ospedale, in quanto ambulanza ed equipaggio erano impegnati, probabilmente in un trasferimento. Qui si apre il groviglio inestricabile del caso. I familiari implorano qualcuno dell’ospedale, che dista 100 metri dall’accaduto, e si sentono rispondere che non c’è personale adatto e a disposizione per effettuare interventi di soccorso, in quanto il servizio è relegato esclusivamente al 118.

I carabinieri, presenti sul posto evidentemente non avevano competenze analoghe e il caso si risolve con un manipolo di giovani del posto che raggiungono a piedi l’ospedale prendono una barella, caricano la signora sofferente e la portano sempre a piedi in ospedale sotto la bufera che imperversava. Dal nostro punto di vista questo racconto, potrebbe essere ambientato nel Burkina Faso, non nel posto più sperduto di uno stato che ha la quarta sanità nel mondo.

Il problema non è nuovo, perché; e come comitato lo abbiamo detto e ribadito più volte serve un’ambulanza di presidio che curi i trasferimenti, sempre più numerosi visto che all’ospedale hanno lasciato solo le briciole e il pronto soccorso non ha alcun supporto di consulenze né di reparti afferenti.

E lasciare l’ambulanza del 118 solo ed esclusivamente per le emergenze. Lo ripetiamo da anni, anche attraverso istanze prodotte non solo nelle sedi dell’ASP e del Commissario ad Acta, ma anche presso le Procure della Repubblica. Se la signora, probabilmente sarà stata vittima solo di traumi, analogalmente se fosse stata una patologia cardiaca complessa sarebbe stata la stessa cosa con esiti molto diversi.

Pare che i familiari siano intenzionati a chiedere lumi alle autorità competenti per capire se in questo episodio qualcosa non è andato per il verso giusto. Rimane per completezza del racconto, sottolineare, che il conducente del veicolo che ha prodotto l’incidente si è fermato e cercato di dare soccorso, per poi essere stato accompagnato in caserma per fornire la sue versione dei fatti. Noi come comitato, ancora una volta, lanciamo un appello alle autorità affinchè un volta per tutte mettano le cose al loro posto e prendano in esame seriamente la questione dell’emergenza, altrimenti periodicamente saremo costretti a segnalare casi del genere, in un sistema che ne se li deve ne se li può permettere.
Antonio Maida
presidente Comitato Pro-ospedale


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