E’ in vigore da qualche giorno il Codice di etica professionale per l’autodisciplina nelle attività di call center di Assocontact, l’Associazione che rappresenta i call center in Italia e aderisce alla Federazione Confindustria Digitale. Stringenti e rigorose sono le linee che si sono autoimposti gli imprenditori del settore che hanno approvato alla unanimità in Consiglio direttivo la proposta del vicepresidente Luca Scarabosio.
Con questo Codice, Assocontact intende garantire che l’attività dei call center, quale espressione di una delle modalità di vendita di beni e servizi, venga realizzata, come servizio per il pubblico, nella tutela dei diritti dei consumatori. In particolare, il presente Codice impegna le imprese associate a mantenere comportamenti etici volti a garantire la correttezza dell’attività commerciale e la sostenibilità economica della vendita diretta.
Un lavoro che ha coinvolto committenti, outsourcers, e associazioni dei consumatori per delineare i comportamenti delle Aziende e dei loro collaboratori, le politiche di tutela del consumatore e le sanzioni che incorreranno i contravventori. Per la prima volta si è anche voluto sottolineare l’aspetto relativo al luogo di lavoro, troppo spesso rappresentato in maniera farsesca, che invece il Codice chiede debba essere superiore agli standard regolamentari.
Si definiscono quindi le norme di deontologia professionale (contatti telefonici effettuati in modo e in orario ragionevole), le regole di comportamento interne all’azienda e verso i fruitori di servizi, le istituzioni e la committenza. Esso definisce altresì le responsabilità delle aziende che si impegnano a rispettare con l’adesione ad Assocontact.
«Una tappa importante, quella del nuovo Codice etico», ha dichiarato il presidente di Assocontact, Roberto Boggio «che, in linea con quanto sta emergendo nel Paese, aggiorna le buone prassi di governo di un settore (che rappresenta 80 mila posti di lavoro e 2 miliardi di euro di fatturato) sempre sotto i riflettori della pubblica opinione».