Inoltre, dalla ricerca è emerso che di fronte all’emergenza Covid-19 il nostro sistema accademico si è mostrato resiliente e flessibile, in grado di reagire e di incrementare addirittura le immatricolazioni, anche grazie all’efficacia delle policy messe in campo a livello istituzionale. La “crisi” ha inoltre rappresentato l’opportunità per testare sul campo la didattica a distanza, che in futuro potrà aiutare ad arricchire, anziché sostituire, quella in presenza, in modo strategico, tecnologicamente più sofisticato e inclusivo. Durante l’incontro odierno “Quali scelte e quali politiche per la reputazione dell’università” sono emerse diverse indicazioni per rafforzare la qualità del sistema universitario e conseguentemente il posizionamento nei ranking, quali: incrementare gli investimenti, intervenire su politiche di reclutamento del personale accademico, migliorare la macchina amministrativa, aumentare le collaborazioni con imprese e tra atenei per internazionalizzazione e attrazione studenti stranieri, agire e comunicare meglio a livello sistemico. “Questa ricerca muove dall’idea che bisogna abbattere il complesso dell’autodenigrazione, del parlar male di noi stessi, che è sbagliato non solo perché spesso l’autodenigrazione é sbagliata, ma anche perché -ha detto Luciano Violante, Presidente onorario di italiadecide – attiva atteggiamenti deresponsabilizzanti: se nulla funziona è evidente che nessuno si impegna. La ricerca spiega un paradosso: come mai le università italiane non sono tra le prime al mondo eppure i nostri laureati occupano in tutto il mondo e nelle più diverse discipline posti di altissima responsabilità? Probabilmente perché non solo il sistema nel suo complesso è migliore delle singole università, ma anche perché in molte università ci sono specifici settori di eccellenza”. Questo peraltro non ci esime dallo sforzo di investire di più, di rinnovare il ceto dei docenti, di puntare inesorabilmente sul merito” ha aggiunto Violante.
Per il presidente Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, “proporre soluzioni per migliorare il Paese è il merito dell’attività di italiadecide, in particolare di questa ricerca, ed è con questo spirito che la sosteniamo da molti anni”. Gros Pietro ha sottolineato che “entro il 2024 Intesa Sanpaolo assumerà 3.500 giovani ed è quindi necessaria la disponibilità di competenze utili alle necessità di quella che sarà la Banca dei prossimi anni, con un’attenzione anche agli equilibri di genere. Avere giovani preparati e un sistema formativo più internazionale e vicino al mondo del lavoro è fondamentale per la competitività di un Paese e delle sue imprese. Il sostegno a 70 atenei italiani e alcuni stranieri, tra cui Oxford, con progetti di collaborazione puntuali, è dettato dall’attenzione del Gruppo alla produzione e diffusione della conoscenza per una equa distribuzione della ricchezza”.
La Vice Presidente Luiss, Paola Severino, ha quindi evidenziato che “la ricerca
di italiadecide promossa da Intesa Sanpaolo rappresenta un approfondimento importante per valutare il ruolo che i nostri atenei ricoprono a livello internazionale. Dai ranking analizzati emerge in modo chiaro la qualità delle nostre Università diffuse sul territorio, orientate ad assicurare ai giovani pari opportunità di partenza”. “Il nostro Paese, se analizzato nel suo complesso, emerge come un esempio virtuoso perché caratterizzato da una alta qualità media del sistema universitario. Il grande pregio di questa ricerca -ha commentato ancora l’ex ministra della Giustizia- è di aver messo in rilievo non i numeri ma la comparazione tra sistemi, rilevando l’importanza di mediare tra base culturale “larga” e specializzazione, anche multidisciplinare, per l’avvio ai percorsi professionali”. “La formazione è la chiave per il futuro, soprattutto in un periodo di cambiamenti necessitati dalla crisi pandemica e per questa ragione bisogna puntare ad un continuo miglioramento del sistema universitario, coltivando anche il confronto con la Pubblica Amministrazione e con il mondo delle imprese, per la creazione delle nuove figure professionali richieste. Occorre infine curare anche una migliore comunicazione visto che, ad unanime giudizio degli esperti intervistati, la percezione della qualità dei nostri Atenei è inferiore alla realtà” ha detto Severino.
“La complessità va affrontata con la contaminazione e le università sono un ‘melting pot'” ha sottolineato infine l’ex ministro Gaetano Manfredi che ha rimarcato il ruolo “delle competenze”. Manfredi ha inoltre sottolineato la necessità che i ricercatori “spendano tempo per far comprendere il linguaggio della scienza e della ricerca” ricordando di avere messo in campo, come titolare del Mur, un progetto con il Fraunhopher tedesco “per la divulgazione scientifica”. Oggi, ha scandito Manfredi, “c’è un clima nuovo nelle Università italiane”. (di Andreana d’Aquino)