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11 febbraio 2018

News

Verso le elezioni politiche del 4 marzo 2018: il peso dei partiti a 3 settimane dal voto


A poco più di 3 settimane dal voto, il Movimento 5 Stelle si conferma, con il 28,3%, primo partito, in vantaggio sul Partito Democratico, attestato al 22,8%. Se si votasse oggi per la Camera, Forza Italia avrebbe il 16,3%, la Lega il 14%. Liberi e Uguali si attesta al 5,8%; Fratelli d’Italia al 4,7%.

Sotto la soglia del 3% resterebbero le altre liste. Sono i dati del Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.

Con la nuova legge elettorale torna rilevante, per l’assegnazione dei seggi nella quota uninominale, la forza delle coalizioni. Secondo l’analisi dell’Istituto Demopolis, l’area di centrodestra otterrebbe nel complesso il 37,2%; il Movimento 5 Stelle il 28,3%. La coalizione di centrosinistra, costituita dal PD e dagli alleati minori, avrebbe oggi il 27,5.

Con le attuali stime di voto anche la coalizione più forte resterebbe per il momento al di sotto della maggioranza assoluta di 316 seggi a Montecitorio.

Astensione in crescita
La più recente indagine dell’Istituto Demopolis conferma una crescente disaffezione al voto degli italiani. L’astensione, che potrebbe comunque ridursi nelle ultime settimane, colpisce indistintamente tutti gli schieramenti politici, soprattutto nelle regioni centrali e nel Sud del Paese.

Se si votasse oggi, circa 17 milioni di italiani potrebbero non votare alle Politiche: il numero più significativo di essi, 13 milioni, è assolutamente determinato a non recarsi alle urne; oltre 4 milioni di elettori fanno parte invece di quel segmento che lo studio dell’Istituto Demopolis definisce «astensione revocabile». Sono milioni di elettori che potrebbero ancora cambiare idea e recarsi alle urne il 4 marzo.

«Si tratta», spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento «di un target molto importante per i partiti e spesso determinante per l’esito della campagna elettorale, costituito da cittadini oggi del tutto indecisi anche sulla scelta di voto».

Particolarmente significativo appare il dato sull’astensione tra i più giovani. I dati che emergono dall’indagine Demopolis confermano le preoccupazioni espresse dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il 47%, quasi 1 giovane su 2, tra quanti hanno meno di 25 anni, appare deciso a non votare alle prossime elezioni politiche.

La maggioranza assoluta degli intervistati crede che la politica non sia in grado di incidere sulla vita e sul futuro dei giovani nel nostro Paese.

Le promesse elettorali nella percezione dell’opinione pubblica
Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le promesse e gli annunci da parte dei diversi leader politici impegnati nella campagna elettorale in vista del voto del 4 marzo. Il sondaggio, condotto dall’Istituto Demopolis, rivela un diffuso scetticismo in ampi segmenti dell’opinione pubblica.

Un quarto degli italiani le ritiene proposte concrete e fattibili di Governo; il 34% le considera solo promesse elettorali, finalizzate ad incrementare il consenso.

Per il 41%, la maggioranza relativa dei cittadini, si tratta invece di annunci interessanti e condivisibili, ma difficilmente realizzabili: dall’aumento delle pensioni minime all’eliminazione del bollo auto, dal reddito di cittadinanza alla Flat tax, dall’abrogazione della Legge Fornero all’introduzione del salario minimo legale.

Sui temi più rilevanti al centro del dibattito politico negli ultimi giorni i cittadini sembrano avere le idee chiare: ammettono di condividere ampia parte delle proposte, riconoscendo però, nel contempo, la loro difficile sostenibilità economica.

Gli italiani e l’Europa
Il nostro Paese ha smesso da tempo di primeggiare per europeismo: poco più di un terzo dei cittadini afferma oggi di avere fiducia nell’Unione Europea. La fiducia – secondo il trend rilevato dall’Istituto Demopolis – si riduce dal 52% del 2006 al 28% del 2016, l’anno della Brexit e dell’elezione di Trump. Per attestarsi oggi, in ripresa, al 34%.

E se si votasse in Italia per un Referendum consultivo sull’Unione europea, analogo a quello del 2016 nel Regno Unito? La risposta è netta: il 73% voterebbe per restare nell’Unione.

L’attuale Europa piace poco, ma i cittadini riterrebbero rischioso uscirne, nella convinzione che l’Italia, fuori dall’Unione, sarebbe troppo debole per poter competere da sola sugli scenari mondiali.

L’Istituto Demopolis ha chiesto su quali temi l’Europa dovrebbe impegnarsi con maggiore incisività nell’immediato futuro. L’81% pone al primo posto l’occupazione, auspicando adeguati investimenti per la creazione di posti di lavoro.

Al secondo posto, all’80%, la richiesta di una differente gestione da parte di tutti i Paesi membri, dei flussi migratori. Il 53%, infine, sottolinea il problema delle disuguaglianze sociali, cresciute nel nostro Paese in modo significativo negli anni della crisi.


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