L’11 agosto la Chiesa celebra Santa Susanna di Roma, martire cristiana.
Susanna era una nobile romana figlia del presbitero Gabinio, cugino (come i suoi fratelli Claudio, Massimo e Caio, poi papa dal 292 al 296) dell’imperatore Diocleziano. Nell’anno 293 Diocleziano volle introdurre con un matrimonio il generale Massenzio Galerio, suo designato successore, nella propria famiglia e gli destinò la giovane figlia del cugino, Susanna.
La passio racconta che Susanna, convertita al cristianesimo e consacrata a Dio, rifiutò la proposta di matrimonio, confortata dal padre e dallo zio, il papa Caio. L’episodio fu anche occasione della conversione degli altri zii, Claudio e Massimo. Fu chiesto a Susanna e ai suoi familiari di abiurare alla fede cristiana sacrificando a Giove, ma al deciso rifiuto Diocleziano ordinò la loro esecuzione. Un manipolo di soldati raggiunse Susanna nella casa di suo padre Gabinio, presso l’attuale basilica di Santa Susanna, ed eseguì l’ordine dell’imperatore, decapitandola.
Il corpo di Susanna avrebbe trovato sepoltura nel cimitero di Sant’Alessandro sulla via Nomentana, per essere poi successivamente traslato presso l’attuale basilica, dove, secondo fonti del XVI secolo, esisteva una lapide attribuita al V secolo (oggi andata perduta), nella quale si leggeva: «Olim Presbyteri Gabini Filia Felix / Hic Susanna Iacet In Pace Patri Sociata” (Un tempo figlia felice del presbitero Gabinio / Qui giace Susanna nella pace del Signore).
Susanna (dall’ebraico shushan ossia giglio, purezza, o dall’egizio soshan, fior di loto) secondo il racconto biblico fu accusata da due vecchi giudici di adulterio, perchè erano stati malamente rifiutati da lei e volevano vendicarsi, ma il profeta Daniele corse in suo aiuto dimostrando la sua castità e riconoscendola così innocente.
A.N.