“Abbiamo bisogno di un 25 aprile vivo, che segni la nostra volontà di non arrenderci alla barbarie delle nuove forme del fascismo, quelle legalizzate ma non meno orribili di quelle di un tempo – continua Casarini – che si scagliano contro donne, uomini e bambini che chiedono aiuto e ricevono in cambio dalle istituzioni italiane ed europee, indifferenza, violenza, odio, rifiuto”. Dobbiamo stipulare un patto tra uomini e donne di buona volontà: non arrenderci alle leggi ingiuste, organizzarci per disobbedire, ai nuovi lager che si chiamano Cpr in Italia o campi di detenzione in Libia – dice Casarini – Dobbiamo aiutare le persone che sono imprigionate a fuggire da quegli orrori che il governo finanzia. Dobbiamo creare passaggi sicuri per evitare che le persone muoiano in mare o siano respinte con violenza ai confini”.
“Per farlo serve violare leggi ingiuste e disumane: dobbiamo essere pronti. I partigiani venivano chiamati banditi e terroristi da quelli che allora avevano il potere in mano. Noi siamo chiamati allo stesso modo da quelli che il potere ce l’hanno in mano ora, e non hanno smesso di usarlo contro gli innocenti. Ma i crimini contro l’umanita’ che essi stanno compiendo, troveranno sempre una Resistenza”, prosegue Casarini.
Per Luca Casarini “è un nuovo patto per una nuova lotta e nuove pratiche di Liberazione, quello di cui abbiamo bisogno, che metta insieme laici e cattolici, giovani e anziani, e costruisca un mondo nuovo”. “Siamo onorati dell’invito che ci è stato fatto dal Comitato promotore per le celebrazioni di Marzabotto. Quelle vittime innocenti, e le migliaia e migliaia di oggi in mare e in terra, le sentiamo fratelli e sorelle. Per tutte e tutti loro, non ci fermeremo, costi quel che costi”, conclude Luca Casarini di Mediterranea.