I ritardi, le inadempienze e le false promesse sul Centro Protesi Inail di Lamezia Terme sono inaccettabili. Non si possono buttare al vento i 10 milioni spesi fino ad oggi.
Rimango basito di fronte all’ennesimo annuncio sbandierato e non mantenuto dal Presidente Oliverio. In un incontro avvenuto a ottobre 2015 nei locali della Fondazione Mediterranea Terina, alla presenza del rappresentante dell’Inail Giovanni Soluri e di autorità istituzionali, il governatore aveva annunciato, entro un anno, l’apertura del Centro Protesi Inail di Lamezia.
Ad oggi rimangono solo parole vane che mortificano i cittadini e un’intera regione.
Sono passati circa 22 anni dalla progettazione, 15 anni dall’avvio dei lavori e 3 anni dalla inaugurazione per la fine dei lavori ma il futuro del Centro Inail, che avrebbe dovuto essere destinato a produrre protesi, impiantarle e favorire la riabilitazione dei pazienti, non presenta alcuna prospettiva concreta.
Il Centro Protesi Inail di Lamezia avrebbe dovuto costituire un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno attraverso un collegamento diretto e sinergico con il centro di Budrio, una vera e propria eccellenza calabrese in ambito sanitario.
Mi chiedo se non sarebbe il caso di riformulare l’idea originaria e destinare il Centro, allocato presso la Fondazione Terina, alla esclusiva funzione di officina protesica, riservando invece il servizio di riabilitazione e di degenza all’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, già attrezzato allo scopo.
Ciò consentirebbe una migliore gestione del personale, minori costi dovuti allo spostamento del personale sanitario, mantenendo la duplice funzione per la quale è nata l’idea: officina per la costruzione delle protesi e centro di degenza e di attività riabilitativa dei pazienti.
Spero che ci sia presto una presa di posizione netta della Regione anche con la rivisitazione della convenzione in funzione di quanto sopra evidenziato. La Calabria ha bisogno di verità, non di cronoprogrammi sulla realizzazione di opere o ipotesi farlocche che non arriveranno mai a compimento.
Mario Magno
Consigliere regionale