
Dall’inviata Ileana Sciarra – “Io voglio riaprire, come credo la maggior parte degli italiani, voglio che le persone tornino fuori a lavorare, a divertirsi, a stare insieme, ma bisogna farlo in sicurezza, calcolando bene il rischio che si corre”. Così il premier Mario Draghi, in conferenza stampa a Palacio de Cristal a Porto, rispondendo a una domanda sul coprifuoco.
Bisogna dunque “calcolare bene il rischio. I dati sono abbastanza incoraggianti. Se l’andamento dovesse continuare in questa direzione, la cabina di regia procederà con altre riaperture. E’ importante essere graduali, anche per capire quali riaperture avranno più effetto sui contagi e quali meno”.
“Con la ripartenza del turismo – rimarca ancora il premier – bisogna considerare anche che gli aeroporti sono luoghi cui bisogna guardare con molta attenzione, perché sono luoghi dove i contagi possono succedere, quindi bisogna rinforzare i controlli negli aeroporti. Questo non vuol dire chiudere: vuol dire riaprire ma essere prudenti, farlo con la testa”.
Sure e il mercato comune
La dichiarazione di Porto sulle politiche sociali, ha detto Draghi, “deve essere accompagnata da politiche di contorno parte delle quali sono state messe in atto nella pandemia, parte delle quali sono politiche fiscali e di bilancio. Io, ma anche altri, abbiamo fatto riferimento sia al programma Sure, che è un inizio di sussidio alla disoccupazione a livello europeo e un piccolo passo verso la creazione di un mercato comune di lavoro. Ma anche la necessità che certe politiche espansive di bilancio non vengano ritirate troppo presto finché’ la ripresa non sarà consolidata”.
“Sure è stato ripreso da molti, anche da Paesi da cui non me lo sarei aspettato. Non è una decisione presa – chiarisce – non era all’ordine del giorno. Queste decisioni, così come la discussione sulle politiche di bilancio, inizierà solo nel Consiglio europeo di giugno”.