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15 febbraio 2020

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Debutta a Roma «IL SANGUE – Maria Concetta Cacciola, storia di una vedova bianca» con Lara Chiellino


“IL SANGUE – Maria Concetta Cacciola, storia di una vedova bianca”, con Lara Chiellino, scritto e diretto da Marco Pizzi, andrà in scena il 29 febbraio 2020 h.21:00 e 1 marzo h.18:00, Teatro Due Roma, vicolo dei Due Macelli 37.

Mamma addio e perdonami se puoi. So che non ti vedrò mai più, perché questa sarà la volontà dell’Onore della famiglia, ma è per questo che avete perso una figlia.

Questa è una storia scura, drammatica, emblematica.
Agosto 2011, il sole è alto e cocente a Rosarno mentre una donna di trent’anni si uccide nell’ombra di uno scantinato. Una storia del Sud, dove apparentemente niente succede ma tutto si rivolta al suo interno.
Maria Concetta Cacciola nasce nel 1980 in una famiglia strettamente legata alle ’ndrine più attive nel narcotraffico della piana di Gioia Tauro. La fuitina con un aspirante ’ndranghetista a tredici anni, il primo figlio a quattordici, il matrimonio a sedici, altri due figli in stretta sequenza, e l’arresto del marito segnano precocemente il suo destino, facendo di lei una vedova bianca. Cetta viene controllata a vista dalla madre e dal fratello, tanto da non essere libera neppure di andare a prendere il pane da sola. Lei tuttavia si ribella, e su internet conosce un uomo con il quale vorrebbe rifarsi una vita. Cetta non è un’eroina, ma semplicemente una donna che vuole innamorarsi e vivere una vita normale. Perciò diventa collaboratrice di giustizia, e scatta il piano di protezione. Viene trasferita a Bolzano e poi a Genova, ma purtroppo, il lacerante richiamo dei figli, che la famiglia le impedisce di vedere, la porta a tornare sui suoi passi.

Il tragico finale è quello di una giovane donna che, come si legge nell’istruttoria del processo, «aveva osato ribellarsi alle continue vessazioni e aveva cercato la libertà, fisica e soprattutto morale, che da sempre gli era stata limitata, e infine preclusa, proprio da chi, per legge universale e per legge data, anziché togliergliela, avrebbe dovuto garantirgliela».
Pur non riuscendo a spezzare i suoi legami di moglie e figlia di ’ndranghetisti, grazie al clamore suscitato dalla sua vicenda è nato Liberi di scegliere, un importante protocollo propugnato dal Tribunale dei minori di Reggio Calabria con l’ausilio di Libera e altre associazioni antimafia, che ha l’obiettivo di sottrarre i figli dei mafiosi a un destino di sangue e violenza. «Perché se i figli dei mafiosi fossero liberi di spezzare i loro legami di sangue, la mafia finirebbe in una generazione». (C.S)


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