LAMEZIA. Il bravissimo amico giornalista Salvatore d’Elia, magico Terziario Francescano , “esce” in mattinata con un post sul suo profilo facebook : “certamente conoscere la data delle prossime elezioni comunali, agita ed è giusto agiti il dibattito democratico, è fondamentale per elaborare strategie, delineare quadri ecc… Ma il vero nicastrese, quello vero, quello del popolo, vola oltre tutte queste umane miserie e si domanda: unné ca unni fhanu fhari Sant’Antoni ??? Se questa domanda non agita i vostri animi c’è qualche problema identitario”.
Rispondo così al suo post : “quando leggo Sant’Antonio… per me non esiste altro. Priorità sempre al nostro grande Santo Francescano, ancora più bello al Tramonto, (giacché posto la foto che vedete in copertina). Evviva Sant’ Antonio “Patrono” di questa città… almeno il canto tredici stelle recita così “.
Interviene Tonino Cataudo che segue tantissimo le “vicende” religiose e non solo: “Probabile data, 25 (e 26 maggio) e 8 (e 9 giugno) con in mezzo la festa di San Francesco di Paola (il 2 giugno). Per Sant’Antonio, no problem Salvatò “.
Ci sono altri interventi molto simpatici e nel frattempo si è accesa la solita disputa tra Nicastresi e Sambiasini: Sant’ Antonio Patrono di Nicastro e San Francesco di Paola, patrono di Sambiase, chi è più bello, chi più potente, chi più famoso, chi fa più miracoli.
Intervengo in serata con un altro posto che vado a riportare quasi in toto: “Bellissima questa diatriba tra Sant’Antonio (1195-1231) e San Francesco di Paola (1416-1507) quest’ultimo fondatore dell’ordine dei Frati Minimi. Entrambi sono “figli spirituali ” di San Francesco di Assisi (1182- 1226) fondatore dell’ordine dei Frati Francescani Minori. Frate Antonio era un canonico regolare e sacerdote a Coimbra con il nome di Fernando. Scelse di entrare nell’ordine povero di San Francesco nel 1220 a seguito del rientro in Portogallo dei corpi dei 5 frati francescani morti martiri in Marocco. Ebbe un tale cambiamento che si spogliò della tonaca bianco e nera del canonico regolare e abbracciò il povero saio francescano a forma di Tau, dandosi il nome Antonio da Sant’ Antonio Abate eremita. Scelta forte per un cammino ancora più forte.
Altrettanto notevole la scelta di Francesco di Paola, figlio di una famiglia paolana devota a San Francesco di Assisi. Da Eremita a Paola, volle creare un ordine con una regola ancora più rigida della regola francescana. Creò dunque l’ordine dei Minimi, un ordine di religiosi ancora più “sacrificati” a Dio rispetto ai Minori. Il resto ci viene dalla storia dei due Santi famosi in tutto il mondo. Dunque i nostri Santi Patroni sono due pilastri della fede e noi dobbiamo esserne fieri. Almeno nella fede due pilastri Nicastro, Sambiase e Sant’ Eufemia li hanno …”.
Una testimonianza che deve fare riflettere per una città che “forse” riflette poco. E’ sicuramente un giudizio personale frutto però dell’occhio che vede di San Giovanni Bosco e di esempi di Santità che spesso, in Chiesa o nel proprio cuore, ognuno dovrebbe ascoltare. Non è un caso solo “nostro”. Oggi malgrado gli sforzi del grande Papa Francesco (non a caso si chiama così) tutto il mondo pensa di predicare bene ma razzola a modo suo.
I Santi? Boh! La fede? “Ah, io sono cattolico credente ed anche praticante” .
Termino qui: abbiamo due pilastri, figli spirituali di altrettanto pilastri, uomini “normali” che hanno ascoltato, fatto scelte e raggiunto la Santità. E non sono i soli perché ognuno, in cuor suo, ha altri Santi Pilastri. Concludo nella gioia: “Evviva San Francesco di Paola, evviva Sant’Antonio”. Le feste di maggio e giugno si avvicinano, operiamo affinché la città si avvicini a Loro.
Giampiero Scarpino
