Dunque ci siamo. Tredicina frequentatissima come sempre a Lamezia, ora siamo al Triduo in onore del Santo. Certo che tutti vorremmo altri giorni di Tredicina, perché questa venerazione di Giugno a Sant’ Antonio vorremmo non finisse mai. Ed invece inizia il triduo, il 12 la consegna del cero, il 13 la festa in onore del grande Santo di Padova ed il 14 la grande processione.
Nello specifico il dodici sera vivremo il Beato Transito di Sant’ Antonio, la notte la veglia, il tredici la Santa Messa Solenne con il Vescovo, benedizione bambini, un susseguirsi di eventi che riempiranno la piazza del Santuario. “O glorioso Sant’ Antonio” che veneriamo ed amiamo in tutte le forme di devozione. C’è l’affidamento, la preghiera costante, la richiesta di un miracolo, dal piccolo al grande, ed infine c’è un desiderio di imitazione dei momenti salienti che hanno accompagnato ed anche segnato la vita del grande Santo. Il desiderio di diventare cavaliere vista la sua bravura, l’amore in gioventù, i duelli con le spade, la promessa a Dio che cambiò la vita di Fernando di Buglione.
E da cavaliere del Re il giovane borghese di Lisbona diventa un dotto sacerdote al servizio di Dio. Il giovane Francesco, cavaliere di Assisi, in guerra sente la voce del Signore: “Francesco perché servi il servo e non il Padrone”. Fernando da Lisbona non sente la voce ma mantiene la promessa: “consacrarsi a Dio. Una promessa che mantiene studiando, diventando sacerdote e canonico regolare nel Monastero di Coimbra. Qui arrivano i francescani con i loro predicatori; quando li ascolti anche oggi ti conquistano.
Ebbene anche Fernando viene conquistato e si innamora del saio, del Tau e della regola povera di Francesco. Fernando viene messo di nuovo alla prova: cinque frati francescani partiti dal Portogallo per predicare in Marocco vengono uccisi ed i loro corpi tornano in Portogallo e Fernando li vede. Scatta la “sua” decisione: farsi francescano ed andare in Marocco a predicare. Veste il Saio, cambia nome da Fernando in Antonio, da Sant’ Antonio abate eremita che festeggiamo in Gennaio. In Marocco si ammala ed appena guarisce rientra in Portogallo con il suo compagno di viaggio. Una tempesta spinge la nave sulle coste nord della Sicilia e qui inizia il cammino verso Assisi assieme a tanti frati francescani dell’isola . Siamo nella primavera del 1221 e ad Assisi si celebra il primo capitolo generale dei frati francescani, il capitolo detto “delle Stuoie”. Dopo pochi anni di vita si radunano quasi 5000 frati seguaci di Francesco.
Descrivere ancora sarebbe lunghissimo.Siamo all’inizio del cammino francescano di Antonio. Appena chiamato da “Dio” a farsi frate, vuole morire martire in Marocco. Non andrà così perché la volontà di Dio era : farsi frate e diventare Santo . Ed allora ad Assisi si mette in ascolto, frate Graziano lo porta con sé a Montepaolo, e porta un fraticello silenzioso ed in ascolto. Ed a Montepaolo Dio chiamerà frate Antonio a Predicare ed Evangelizzare. Perché se ti metti in ascolto Dio ti indica la strada. Sul piazzale del Santuario siamo sul finire della sera del 12 Giugno. In realtà Sant’Antonio muore il 13 Giugno al tramonto. Ma noi questa emozione la viviamo in anticipo. Antonio sentiva di morire e essere portato su un carro da Camposampiero a Padova. Ma all’Arcella, a pochi km da Padova, le condizioni di salute peggiorano.
A soli 36 anni Dio chiama Antonio a sé. È già Santo e dopo solo un anno Papa Gregorio IX lo eleverà agli onori degli altari. E noi qui al Santuario di Sant’Antonio rivivremo queste grandi emozioni. Abbracciamo Sant’ Antonio, con le braccia e con il cuore. Grazie grande Santo.