di GIAMPIERO SCARPINO
«Come avrebbe fatto a salvarsi, a causa delle esperienze poco edificanti della vita passata? Era mezzogiorno e al suono delle campane si accompagnò una voce: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”»
Quella voce udita da Bartolo Longo nella Valle di Pompei nel lontano 1872, tracciò il solco verso una nuova vita che ha portato all’oggi e ai voti favorevoli dei membri del Dicastero delle Cause dei Santi per la canonizzazione. Ma per raccontare la vita del nuovo Santo Brtolo Longo non possiamo non parlare della moglie, Marianna Farnararo.
Nata a Monopoli nel 1836, ebbe alcune disgrazie che trasformò in sacre opportunità. Orfana di padre, si trasferì a Napoli dove sposò il conte De Fusco, proprietario terriero. A soli ventotto anni resta vedova con cinque figli piccoli; poi conobbe e sposò l’avvocato Bartolo Longo, e con lui fece un gran cammino di solidarietà e di devozione. Decisero di realizzare, nella Valle di Pompei dove lei aveva ereditato proprietà dal primo marito, un Santuario dedicato alla Madonna del Rosario.
La costruzione fu possibile grazie alla sua disponibilità economica. Donò i suoi terreni, 500mila lire e fece la questua per tutta Napoli, chiedendo un soldo al mese alle famiglie nobili.Tra le altre cose, realizzò un orfanotrofio, una scuola di arti e mestieri per i figli dei carcerati, una scuola guida. Un’operazione anche urbanistica da cui sarebbe nato il tessuto della moderna città di Pompei: distrutta in passato dalla lava del Vesuvio e risorta grazie al fuoco sacro della Farnararo e di suo marito.
Era solita non rivendicare i propri meriti, come ricorda Ada Ignazzi, sua biografa. “Era la donna del fare”, ricorda la Ignazzi, “ma si metteva sempre in secondo piano, in quanto riteneva di essere solo uno strumento nelle mani della Provvidenza”.
La provvidenza era anche il marito, Bartolo Longo. “La sua lunga vita è stata ispirata da una fede semplice ed eroica e densa di episodi suggestivi, durante la quale sgorgò e si sviluppò il miracolo di Pompei. Iniziando dall’umile catechesi ai contadini della valle di Pompei, e dalla recita del Rosario davanti al famoso Quadro della Madonna, fino all’erezione dello stupendo Santuario e all’istituzione delle opere di carità per i figli e le figlie dei carcerati, Bartolo Longo portò avanti con intrepido coraggio un’opera grandiosa che ancora oggi ci lascia stupiti ed ammirati”. (San Giovanni Paolo II, Omelia del 26 ottobre 1980, beatificazione di Bartolo Longo).
La Sintesi dell’omelia di Giovanni Paolo II ci conduce a Bartolo Longo. Breve biografia: nato il 10 febbraio 1841 a Latiano, in provincia di Brindisi, nel 1863 giunse a Napoli per completare gli studi di Giurisprudenza. Trascinato da teorie non cattoliche rischiò di perdere la fede . Tornò all’amore del Signore e si dedicò totalmente alla religione e alla carità. Grazie alla nobildonna Caterina Volpicelli – oggi Santa, – conobbe la Contessa Marianna Farnararo De Fusco, che sposò il 1° aprile 1885 a Napoli. Per curare le proprietà di Marianna, Bartolo Longo giunse, nel 1872, a Valle di Pompei.
Ed ecco il passaggio importante e decisivo della sua vita. Aggirandosi per le campagne del luogo, aveva forte un dubbio che da tempo lo tormentava: come avrebbe fatto a salvarsi, a causa delle esperienze poco edificanti della vita passata? Era mezzogiorno e al suono delle campane si accompagnò una voce: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”.
Fu la chiamata; resto’ a Valle di Pompei e diffuse il culto alla Vergine del Rosario. Catechizzo’ i contadini; ristrutturò la piccola chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, e decise di erigere una nuova chiesa, dedicata alla Madonna del Rosario.
Il 13 novembre 1875, arrivò a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario. Da ogni parte del mondo, cominciarono a giungere offerte per la costruzione della nuova chiesa, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876. L’anno seguente il Longo scrisse e divulgò la pia pratica dei “Quindici Sabati”; due anni dopo, guarì lui stesso da una grave malattia grazie alla recita della Novena di impetrazione che aveva composto, della quale ci furono, immediatamente, 900 edizioni, in 22 lingue.
Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei, recitarono per la prima volta la Supplica alla Vergine del Rosario, sgorgata dal cuore di Bartolo Longo. Nel 1884 fondò il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”. Grazie a lui, intorno al cantiere della nuova chiesa sorgeva una vera e propria città con case per gli operai, il telegrafo, la stazione ferroviaria, un piccolo ospedale, l’osservatorio meteorologico e quello geodinamico. Nel 1887 fondò l’Orfanotrofio Femminile, la prima delle sue Opere di Carità a favore di bambini e adolescenti. Qualche anno più tardi, nel 1891, il cardinale Raffaele Monaco La Valletta consacrò il nuovo Tempio. Il Santuario di Pompei era conosciuto sempre più e molti fedeli chiedevano le più disparate grazie. Si prese cura dei figli dei detenuti e scommise sul fatto che essi, a loro volta, avrebbero potuto salvare i genitori dalla disperazione. Nel 1892 veniva collocata la prima pietra dell’Ospizio per i figli dei carcerati. Dopo appena sei anni gli allievi erano oltre cento. Il primo ragazzo accolto, un calabrese, divenne, poi, sacerdote. A Pompei furono accolte le figlie dei carcerati, affidate alla cura delle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario” fondate nel 1897 riconosciute dal Vaticano grazie a Bartolo Longo e la consorte Marianna.
Ben tre volte abbiamo potuto rileggere le opere di questa fantastica coppia. La vita di lei, di lui e l’elogio di Giovanni Paolo II. Il binomio marito e moglie, Bartolo e Marianna, quella santità concepita al duale: Francesco e Chiara, Benedetto e Scolastica, Don Bosco e Mamma Margherita, ma anche Marta e Maria. La vita di Marianna che fa diventare Santo Bartolo. La potenza e la volontà di Dio si concretizza qui al duale. La conclusione del binomio si realizza totalmente il 5 maggio 1901 con l’inaugurazione della facciata della Basilica dedicata alla Pace Universale.
Il 9 febbraio 1924 morì la Contessa Marianna, mentre Bartolo Longo si spense all’età di ottantacinque anni, il 5 ottobre 1926. Due anni dopo, Pompei fu riconosciuta come comune autonomo. Bartolo Longo fu Beatificato da Giovanni Paolo II, il 26 ottobre 1980. Ora Bartolo Longo viene riconosciuto Santo da Papa Francesco malato , dal policlinico Gemelli di Roma.
Giampiero Scarpino