Serata epocale al Palazzo Greco Stella, con l’associazione Natale Proto, nell’ambito della mostra Ut pictura poesis dedicata a Franco Costabile con opere di grandi artisti, che ospita Mario Talarico, fondatore del Mabos, con “Come nasce il progetto Camera Oscura: Mario Giacomelli e il Canto dei nuovi emigranti “.
Elisa Longo, direttrice del Mabos con “Mario Giacomelli: lo sguardo interiore, la fotografia, la poesia. L’incontro decisivo con la Calabria e Franco Costabile”. Una serata speciale e mi piace cominciare dalla fine, dall’intervento di Maurizio Carnevali, pittore e scultore presente con una sua opera alla mostra. Maurizio ci racconta del suo desiderio di conoscere Giacomelli e di aver pregato Leopoldo Chieffallo, allora lungimirante presidente della provincia, di avvisarlo quando fosse arrivato.
Era il 1985 e Giacomelli ritornava, dopo il primo incarico infruttuoso avuto dalla provincia nel 1984. Ritornava per aver letto sulle pagine della rivista La provincia Il canto dei nuovi emigranti di Franco Costabile e averne sentito la drammaticità. Leopoldo Chieffallo dunque chiama Maurizio ma lui è insieme a Sharo Gambino, altro grande giornalista e intellettuale calabrese e decidono insieme di andare a Catanzaro da Giacomelli. Ed ora immaginate a quella tavola quattro grandi personalità del pensiero creativo, e ascoltare Sharo Gambino recitare con inflessione serrese, lui era di Serra San Bruno, il Canto dei migranti! Io sono rimasta fissa a quel momento sentendolo e ripetendomi la magia dei gesti, degli sguardi, del sonoro di quella serata irreperibile se non nel ricordo e poi ritrovata solo attraverso ciò che Giacomelli ci ha restituito con le sue immagini e Maurizio col suo ricordo.
“Nel corso dell’evento abbiamo assistito alla proiezione del documento inedito “I sonagli verso i confini”- estensione / interpretazione di Pierpaolo Capovilla, musica originale di Giorgio Caporale / reportage d’archivio di Marco Lion.”
Chi era Mario Giacomelli ce lo dice Elisa Longo intanto, dopo che Mario Talarico ha appena detto come si è imbattuto casualmente nelle fotografie di Giacomelli ed averne riconosciuto subito l’eccezionalità e la grandezza del ritrovamento.
Mario Giacomelli (Senigallia, 1º agosto 1925 – Senigallia, 25 novembre 2000) è stato un tipografo, fotografo e pittore italiano.Nel 1984 conosce il poeta Francesco Permunian con il quale instaura una collaborazione intensa. Tra il 1984 e il 1985, dopo aver letto Il Canto dei Nuovi Migranti del poeta calabrese Franco Costabile, realizza una serie di foto in Calabria, ispirate dallo spopolamento dei paesi interni e dall’emigrazione calabrese. Le foto sono state scattate nei paesi di Tiriolo, San Giovanni in Fiore, Cutro, Santa Severina, Badolato, Seminara, Pentedattilo, Bova, Caraffa di Catanzaro, Amaroni; Cropani, Zagarise, Magisano, Vincolise, Cavallerizzo di Cerzeto, Sant’Andrea Apostolo allo Jonio, Cessaniti, San Marco, San Cono, Nao, Jonadi e Pernocari.
Riguardo a queste foto, Giacomelli dichiarò:”lo volevo, come Costabile, gridare. lo non ho fatto nessun paesaggio. Perché? Non è che l’ho fatto apposta, non ero invogliato a farle e non le ho fatte. E adesso però penso, riflettendo, ragionando su quello che mi dicono: la terra è bella ma non è la loro. Ecco perché non ero attratto a fare la terra. lo cercavo Costabile per dire: cercavo il calabrese vero. Ce n’è quattro che stan bene, io cercavo gli altri che non stanno bene. Io cercavo di andare dentro il mondo di Costabile.”
Continuiamo ad ascoltare affascinati il video consapevoli di stare vivendo momenti eterni, mentre guardiamo anzi vediamo anzi sentiamo insieme la mancanza del Sud nelle immagini, nei versi, nelle opere e nei suoni di una Calabria bellissima e deturpata, dove ancora è possibile la meraviglia.