Inizio col botto per il LAMEZIAFILMFEST 2018: è stato Enrico Vanzina, uno dei più popolari, influenti e prolifici registi del panorama italiano, ad inaugurare la kermesse cinematografica lametina e a trascorrere, con grande affabilità, la prima giornata del festival insieme al folto e appassionato pubblico accorso.
«Il cinema ha sempre anticipato i tempi, ha fotografato il futuro, e lo fa meglio della televisione», ha dichiarato Vanzina, «La politica non lo sa più fare, la politica non si rende conto che fra i bisogni fondamentali della socializzazione ci sono il teatro e il cinema, non comprende che per crescere servono più luoghi di aggregazione e di attività culturali. Per questo ritengo doveroso partecipare a manifestazioni come queste e dare una mano a chi ancora ama il cinema, quello vero, e ne capisce l’importanza».
Enrico Vanzina, insieme al fratello Carlo, è l’autore di 60 film che rappresentano una fotografia, impietosa e insieme divertente, dell’Italia di ieri e di oggi. Figli di Steno, uno dei più grandi registi e sceneggiatori italiani, negli anni hanno saputo conquistare il pubblico e allo stesso tempo, senza darsi arie da autori, fotografare il tragico vuoto pneumatico degli anni ‘80, la dolce malinconia dei ‘70 e la colorata dispersione dei ‘90. Si parla oggi, anche se con colpevole ritardo ma giustamente, di Vanzina’s Touch: ovvero la capacità tutta loro di «rendere unico,e dunque irriproducibile, il cinema popolare» (Claudio Bartolini, cit.).
La prima giornata ha visto l’inaugurazione della mostra fotografica su Vanzina e Villaggio e le proiezioni dei film delle sei sezioni previste, Esordi d’Autore, Colpo D’Occhio, Visioni Notturne, Monoscopio e L’Ora di Cinema, Premio Paolo Villaggio.