Brucia ancora la tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove un grosso incendio nella notte ha distrutto decine di baracche provocando la morte del senegalese Aldo Diallo, 25 anni.
A Capodanno un altro incendio e due mesi prima la morte del gambiano 18enne Suruwa Jaithe.
Di nuovo rabbia e disperazione nella baraccopoli che accoglie centinaia di extracomunitari per la stagione degli agrumi e che finora nessuno, nonostante vari interventi, è riuscito a smantellare definitivamente.
San Ferdinando è stata in precedenza scenario di altre tragedie: a gennaio 2018 la giovane Becky Moses è morta bruciata nella baracca in cui dormiva, pochi mesi dopo è toccato a Soumayla Sacko, ammazzato a colpi di fucile mentre stava tentando di recuperare del materiale per costruire un riparo. Due anni prima a perdere la vita era stato Sekinè Traorè, 26enne maliano ucciso dal colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Sulle cause dell’incendio sono in corso le indagini delle Forze dell’ordine ma, al momento, le origini non sono chiare.
Alle prime luci dovrebbe essere svolto un vertice in Prefettura, fra prefetto e Polizia, allo scopo di prendere provvedimenti sul campo e sulla sua messa in sicurezza. Una prassi d’obbligo, necessaria ma fin troppe volte ripetuta dopo eventi drammatici che, a San Ferdinando, accadono con una tragica frequenza.