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24 agosto 2024

Reportage BLOG

RIFLESSIONE SULLO “IUS SCHOLAE”: dal costituzionalismo nazionale al costituzionalismo globale


di FIORE ISABELLA

In merito all’ intervento di Salvatore De Biase sullo “ Ius Scholae” voglio pacatamente contribuire ad arricchire il dibattito che sta impegnando il suo partito a livello nazionale e non; dibattito disturbato dalle insofferenze degli alleati di governo, anche loro, inscritti alla tradizione cattolica come nel caso di Salvini, materialmente accompagnata da rosari e crocifissi in versione peripatetica. Per capirne di più occorre solo aspettare che il partito dell’amico De Biase si smarchi dai recalcitranti alleati,  votando con l’opposizione una Legge sullo Ius Scholae che restituisca al genere umano, nella sua interezza, il diritto di cittadinanza in qualsiasi posto si nasca, in qualsiasi posto ci si trovi per le ragioni più diverse. Essere “cittadino” dovrebbe, infatti, voler dire sempre più essere componente consapevole, attivo e partecipe della collettività locale, regionale, nazionale, sovranazionale, mondiale, che esercita diritti e adempie doveri connessi a tutte le diverse dimensioni sociali. Salvatore De Biase richiama la proposta di “ concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi nel nostro Paese”. Mi preoccupa, a prescindere dal contenuto della proposta, l’idea di concedere qualcosa a qualcuno riservando ai singoli Stati il diritto di consentire o meno l’ingresso, temporaneo o definitivo, nel proprio territorio dei cittadini di altri Stati. Mi indigna, anche, il fatto che non si sia ancora capito come  l’idea “nazionale” e le conquiste del costituzionalismo “nazionale” non abbiano suggerito, soltanto, difese  dei confini delle varie patrie, ma abbiano  attivato processi di apertura e di solidarietà, che non negano le diverse appartenenze locali, né le diversità culturali, ma le ricomprendono in una visione più ampia. Penso che, nel mondo globalizzato di oggi, la crescita della coscienza di appartenere ad una “comunità di destino”, coincidente con l’umanità intera, debba favorire  la nascita di un nuovo costituzionalismo “globale”, per i “cittadini del mondo”. E allora, nel mentre si parla di scegliere cosa concedere  ai nostri concittadini in età scolare, provenienti da altri paesi , si perde di vista il fatto che circa 870 mila studenti non italiani frequentano le scuole italiane e che saranno classe dirigente di questo Paese come capita ai nostri figli,  emigrati in altri Paesi,  che aspirano ad essere classe dirigente del Paese dove vivono, mantenendo, al contempo, un legame d’amore indissolubile con la propria terra. Un legame d’amore con le loro terre totalmente negato a chi scappa dalle guerre e dalla fame e trova confini blindati e accoglienza negata. Facciamo in modo che questa commistione di progetti di vita non si interrompa con le speciose alchimie di cosa concedere, sentendoci i padroni del mondo, ai ragazzi che vivono nel nostro Paese, che riempiono le nostre aule scolastiche e che saranno chiamati a fare, insieme ai nostri figli e non contro di loro, prove tecniche di costituzionalismo “globale”.

 

Fiore Isabella

(Ex Consigliere comunale di Lamezia Terme)


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